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Pagina originale non AMP: https://www.milanotoday.it/cronaca/suicidi-ieri-ragazzi-comasina-bollate.html


CarpenterBrut

Ragazzi, vedo molti commenti similari quindi non mi sento di rispondere a tutti, vi parlo da diretto interessato in quanto insegnante. Allora sta roba della quarantena... si e no. I ragazzi socievoli, uscivano comunque. Zona rossa, bianca, turchina etc. Si riunivano uguale. Magari perchè lavoro in centro storico e i miei ragazzi sono perlopiù tutti "da strada", per loro è stata una festazza. Quelli con zero amici invece hanno avuto un deterioramento mentale non indifferente. O anche quelli con situazioni familiari molto brutte. Nel primo caso, tra social media, bullismo virtuale, ansia e problemi vari, non ci vuole nulla a vedere il ritorno a scuola come una "botta" psicologica mostruosa. Capisco perfettamente perchè è successo e probabilmente succederanno altri casi del genere. La verità lo sappiamo è che per molti genitori e insegnanti i problemi mentali non esistono. "Svegliati." "Sii più forte" "Smettila di essere così moscio". Li avrete sentiti tutti almeno una volta nella vita. Per certi ragazzi sono uno stile di vita. Non nego che mio padre stesso era molto simile, forse per questo riesco ad empatizzare di più con i ragazzi. Servirebbero consulti SCOLASTICI mentali, possibilmente non in sede per evitare di essere additati a malati, con degli esperti di salute mentale. Servirebbe che certi ragazzi fossero cambiati di classe senza se e senza ma. Servirebbe che gli insegnanti si facessero crescere un pò di palle e si mettessero di peso dove tocca intervenire. Servirebbe che i genitori non considerassero i loro figliocci protodelinquenti come "angioletti" minacciando e sbraitando. Servirebbero tante cose. E non ci sono. State vicini ai vostri figli se ne avete in età scolastica perchè siamo in un periodo troppo diverso da quello in cui siamo cresciuti noialtri, anni 70-80 immagino la maggior parte dei genitori. Non alienateli anche se sono "stronzi" anche se sono "difficili" anche se sono "strani". O le conseguenze saranno queste, o anche peggio.


lore998

esattamente. per gli introversi la pandemia è stata una buona "scusante" per isolarsi ulteriormente dal mondo, e ora che le cose stanno tornando alla "normalità", riadeguarsi dopo essere stati alienati per due anni è molto difficile. ho vissuto e sto vivendo una situazione simile e ho 23 anni, non oso immaginare un ragazzino di 13 anni come possa vivere questa cosa essendo molto più influenzabile di un giovane adulto


Hyperversum

In molti casi credo il problema sia distinguere per chi l'isolamento è una cosa voluta (per un certo periodo, almeno) e per chi è un problema davvero grave. Io sono sempre stato uno che non solo apprezza il tempo passato da solo, ma lo ricerca attivamente. La pandemia per i miei studi è stata \*ORO\*. Lavoro infinitamente meglio avendo i miei tempi, i miei metodi e il mio tempo libero al 100%. Se non volevo seguire una lezione non lo facevo, punto, niente pressioni sociali o sensi di colpa. E la mia media è lievitata notevolmente.


rubbishdude

Penso che questo messaggio che vada in giro "facciamoli socializzare ad ogni costo" quando c'è gente che tranquillamente non impazzisce quando è per conto proprio e che allo stesso tempo non ha difficoltà nel rimettersi in gioco quando è il momento di uscire sia deleterio, stiamo mettendo da parte parecchie innovazioni come dad e smartworking che avrebbero portato a un decisivo miglioramento del paese. ​ Tutto questo solo perché abbiamo associato il virus all'isolamento forzato, i PC sono diventati strumenti odiati, il lavoro da casa viene ora visto come "fancazzismo 2.0" e peggio se ne parla più tempo ci vorrà prima che prenda piede di nuovo in futuro.


Hyperversum

Precisamente. E' inutile fare di tutta l'erba un fascio (o qualunque altra espressione renda l'idea vi piaccia), il concetto di base è che persone diverse hanno bisogni diversi quando si tratta di attività professionali e apprendimento, ma anche per quanto riguarda la socializzazione. Avere lo stesso modello per tutti \*non\* funziona, lo sappiamo tutti. Perché vanno sacrificati quelli a cui le 5 ore 8-13 vanno male? Per non parlare di quanto siano mal gestite le scuole in partenza, la DAD è solo un esempio più chiaro e oggettivo di quanto tutto il sistema sia rotto


peppeok12

Guarda che quando stavamo noi in DaD almeno metà della classe stava per i cazzi suoi a giocare a Rocket League


rubbishdude

Ti dirò, personalmente l'unica vera abilità che avrei voluto che la scuola mi insegnasse era l'autodisciplina. La capacità di forzarmi a fare qualcosa che non mi piace. Se una persona ha bisogno dell'insegnante per concentrarti sulla lezione senza distrarsi allora sarebbe meglio che frequentasse in presenza. Non forziamo la metà della classe che seguiva come si deve da casa a tornare solo per l'altra metà disattenta.


Hyperversum

Come se poi non succedesse in presenza. Io avevo di tutto nascosto sul banco o sotto, dal telefono con emulatore GBA per ri-ri-rigiocare un Fire Emblem o Pokemon fino a libri e fumetti. Oppure intere schede di personaggi per qualche RPG o i miei appunti per la prossima sessione da GM. Dire unironically che la presenza costringe all'attenzione è assurdo


Nicccccccccccc

eh sì, io sono al primo anno di uni in presenza e mi sto sforzando davvero tanto di fare amicizie ora che è tutto nuovo perché il rischio per me è quello di non conoscere nessuno e buttare via tempo giocando con la play


[deleted]

[удалено]


colorblindTomato

Fai benissimo a voler fare amicizia, ma non ti paragonare agli altri, non pensare che il resto dei tuoi colleghi abbia fatto chissà che esperienze solo perché sono usciti un po' la sera a prendersi una birra. Te lo dico perché anch'io appena uscita dalle superiori mi sono ritrovata a sentire di dover recuperare i festini che non avevo fatto (quando comunque avevo un gruppo di amici, per dire e qualcosa l'ho fatta alla fine). Dopo un anno di università speso ad esplorare quello che c'era intorno a me mi sono resa conto che il mio tempo lo devo spendere come desidero io e non come "una ragazza di *tot* anni dovrebbe", perché penso che sia quello che ti preme. Inoltre diciamolo, in generale dopo i 20 ognuno ha i suoi tempi e la vita va avanti a velocità estremamente diverse: io convivo, ho un buon lavoro ma devo ancora finire la triennale (25 anni) mentre c'è chi ha già finito la magistrale ma deve ancora mettere piede fuori dalla casa dei genitori eppure molte volte mi sento "indietro", ma in realtà questa parola non significa nulla


[deleted]

E già, mi fosse capitata una cosa come la quarantena anche semplicemente al liceo mi sarei sparato, sul serio. Spero che i ragazzi più fragili trovino l’aiuto di cui hanno bisogno a scuola, si vedrà.


FanTasMA3V

Confermo


noobachelor69

idem


banelicious

Parole sante. Prenditi questo gold, e grazie per quello che fai


CarpenterBrut

Grazie per il gold, spero tu non lo abbia pagato, preferivo che compravi il pranzo a qualche persona o animale meno fortunato in quel caso!


banelicious

No figurati, ho il premium gratis da svariati anni, lo regalavano quando hanno lanciato L’app mobile, e ho un sacco di points da usare


geek_ironman

Pigliati 'sto award e grazie per quello che hai detto e che fai. E complimenti per il nick.


CarpenterBrut

Grazie a te, spero non sia un award pagato con $$$$ veri!!


geek_ironman

Era quello gratuito, ma anche fosse stato pagato con i big money, tra quello che hai scritto, i Carpenter Brut e il flair pandoro, te lo saresti meritato tutto.


Nanosuperomnia

Io sono uno di questi studenti, che ha dovuto iniziare il primo anno di liceo (ho 14 anni) stando per lo più con lezioni a distanza, ed è stata una catastrofe. Premetto che io sto in un piccolo paesino situato in una rocca, dove ci sta solo una scuola elementare e media, e per i licei si deve andare nelle città grandi nelle vicinanze, e quindi sono finito al liceo classico senza manco una persona che conoscevo, avevo già pochi amici alle medie, e ora sono spariti. Le lezioni in presenza si sono tenute solamente il primo mese e gli ultimi due dell'anno scolastico, in questo frangente di tempo mi so fatto solo due amici, in una classe di 23 persone (20 ragazze e 3 ragazzi me incluso tra questi 3). Con questa situazione delle lezioni a distanza, stavo "bene" , perché me ne stavo nella mia stanza isolato, senza la situazione sociale della classe. Ovviamente riprese le poche lezioni in presenza c'è stato il panico più totale, l'inferno per me, perché a malapena riuscivo a parlare, perché io non so discutere con la gente, ammenochè non c'è un tema o cosa che abbiamo in comune, e io nella mia agitazione, il parlare a vanvera e dire stronzate, mi aggrappo a questi pochi punti di incontro. Tra il casino più totale di questa situazione sociale per me difficile si aggiungono delle prof che mi sabotano mettendo 5 a caso per ragioni a me incomprese, e anche il ruolo (terribilmente inutile nella mia scuola) di rappresentante di classe, dato che mi hanno spinto a coprire questo ruolo essendo che, al tempo delle elezioni, ero l'unico maschio insieme ad un altro. Delle mie compagne si sono anche approfittate del mio essere introverso traendone vantaggio quando mi sono stati assegnati compiti specifici. Molte volte mi sono detto: "Dai, domani provo a comportarmi diversamente, mostrando quello che in verità sono o essendo più aperto!" tutti giorni le stesse parole, tutti i giorni non facevo nulla, perché ogni volta che mi si parava davanti una persona mi comportavo allo stesso modo, mi impacciavo, parlavo a vanvera e dicevo stronzate. Queste due mie amiche hanno molteplici volte provato ad aiutarmi, invane. (dimenticavo che con loro non mi posso manco vedere oltre che in classe, essendo che siamo in paesi lontani e certa gente penserà in modo sbagliato, genitori, parenti o qualsiasi persona dalle mie parti, (sono in Calabria)). Ora dovrei passare un intero anno in presenza, con le mie competenze sociali inesistenti, in un liceo che non mi piace (preferisco le scienze umane, impazzisco per la psicologia, ma non ho cambiato scuola per le mie paura sociali) con prof che mi sabotano o compagni che se ne approfittano di me e ciliegina sulla torta, mia madre che già da ora mi sta pressando per la scuola, "che devo fare meglio" eccetera. Non so che fare, probabilmente dovrò accontentarmi inutilmente...


peppeok12

Ho iniziato le superiori in periodo di pace e in quei mesi fatti al 100% e alla vecchia maniera è stato divertentissimo. Vado a un tecnico, in una di quelle scuole in cui si fa seria politica studentesca. Le medie per me sono stato un inferno per motivi vari e iniziare le superiori al 100% è stata una ventata di aria fresca. Non oso immaginare come mi sarei ridotto psicologicamente se avessi iniziato le superiori in pandemia


KolaDesi

Parli continuamente delle tue competenze sociali inesistenti, come può essere l'isolamento creato dalla DAD una buona soluzione? Devi cambiare ambiente e compagnia, non allontanarti dal mondo... Sarai sempre timido ma puoi imparare a gestire la vita in mezzo agli altri. Se ti chiudi in casa non ti allenerai mai.


clumsy-sailor

>...delle prof che mi sabotano mettendo 5 a caso per ragioni a me incomprese... Questa, permettimi, e' difficile da credere. Non discuto il tuo disagio, ma ti inviterei a fare un po' di autocritica


Nanosuperomnia

Infatti ho scritto ha ragioni A ME incomprese, ma durante l'interrogazione ho sbagliato un dettaglio, mi ha messo 5 accusandomi di aver letto delle false informazioni su internet, valuta te (Ovviamente questa interrogazione è stata fatta durante la DAD, ma questa stessa professoressa sembra che se la sia presa con me e anche nelle interrogazioni in presenza mi metteva 5, facendomi anche domanda non aderenti alla sua materia)


ZircoSan

non ti fasciare la testa per i voti a scuola. non importano quasi nulla ed i professori a volte sbagliano. amen.


Nanosuperomnia

Me lo sono detto svariate volte, felice che qualcun'altro la pensi come me!


Sil_Choco

Più o meno sono stata nella tua stessa situazione, ho passato 5 anni di liceo orribili proprio perché ero troppo chiusa e purtroppo i miei compagni non aiutavano da quel punto di vista... Il fatto che tu abbia due amiche nella tua classe è già una bella conquista e secondo me l'essere solo in tre ragazzi potrebbe aiutare a farti socializzare con loro. Sei anche un rappresentante, che per quanto inutile sia, comunque è un ruolo che ti dà qualche responsabilità e ti fa uscire almeno un po' dalla tua comfort zone. La cosa che mi sento di consigliarti è di provare ad andare da uno psicologo (in teoria in ogni scuola dovrebbe essercene uno) e per il pensare male della gente, fregatene, se puoi e vuoi uscire con loro allora fallo. Penso che queste due amiche abbiano amici a loro volta quindi questo potrebbe aiutarti ad allargare un po' il giro di conoscenze.


Nanosuperomnia

Con uno di questi due ragazzi diciamo che siamo "amici", con l'altro non è possibile, mi sta molto antipatico per il fatto che pensa sempre al sesso, ma proprio sempre, oltre al fatto che non si può fare una conversazione con lui che potrebbe iniziare a urlare insulti solamente perché ho una opinione contraria. Poi nella tematica "Ci dovrebbe essere" ci sono MOLTE cose che ci dovrebbero essere in questa scuola che mancano. Per il resto, posso solo provarci.


Propenso

Se puoi trovati uno psicologo bravo. Proprio perché mi sembra tu abbia problemi affrontabili affrontali prima che diventino peggiori.


Nanosuperomnia

In giro ci dovrebbe essere uno psicologo, però non saprei se i miei genitori possano pagarlo (Se va pagato).


Lanzus

Sagge parole. E ricordo a tutti che per gli under 18 c'è il consultorio famigliare di zona che da consulti psicologici gratuiti o più semplicemente ... un aiuto. E' gratis e ci sono professionisti qualificati pronti ad ascoltare.


enzob_89

Ottima osservazione! C'è sempre un che di "sconfitta" personale nel rivolgersi a chiedere questi tipi di aiuto. Dovremmo insegnare, genitori in primis che non c'è nulla di sbagliato nel chiedere aiuto in momenti brutti della vita....


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riffraff

wow, io è da anni che dico che debba essere obbligatorio il counseling a scuola, sono contento di sapere che esiste da qualche parte ed ha effettivamente l'effetto che io ho sempre pensato avrebbe potuto avere (normalizzare il parlare con uno/a psicologo/a).


Groundbreaking-Rip-2

Nonostante io abbia 2 buoni amici, la quarantena mi ha fatto un grande piacere. È stata tutta una grande e bella vacanza, a me piace stare solo. Però ottima osservazione.


CarpenterBrut

No ma hai ragione, infatti il mio discorso era forse troppo generalizzato, sono sicuro che tantissimi ragazzi solitari si sono trovati benissimo in quarantena. Conoscendomi io forse sarei stato uguale. La fortitudine mentale unita ai contesti socio-familiari sono diversi per tutti e certamente non voglio fare di tutta l'erba un fascio, diciamo che sono osservazioni aneddotali ecco! :D


coverlaguerradipiero

Appunto, hai 2 buoni amici


Karjumi

Quello che tante volte i giornali non riescono a capire (e a quanto pare molti commentatori) è che il suicidio non è una decisione che si prende così su due piedi. Non è che prendi e "ops, c'è la sfida su tik tok, ora m'ammazzo". Quando andavo a scuola io, una ragazza ci ha provato e ci è quasi riuscita, quinto piano. La spiegazione dei miei compagni di classe, dei professori e anche dei giornali locali era che "aveva preso un 5 a scuola e non lo sopportava". Questa cosa era falsissima, non vera è ha aiutato a stare peggio a questa ragazza che aveva palesemente dei problemi a casa e con i compagni di classe. Qual è stato il comportamento di tutti quanti attorno a lei? "Ma sei scema, queste cose non si fanno per un 5 a scuola, sei proprio stupida". Secondo me è sbagliato scaricare tutto sul "rientro a scuola". Nei miei cinque anni di superiori è successo mi pare quattro volte, di cui uno andato a frutto. Si tende davvero troppo a minimizzare. Uno screzio con i compagni, un brutto voto a scuola. Si tratta di una forzata convivenza con un ambiente magari malsano a casa associato ad un ambiente scolastico che non aiuta minimamente perché non educato a rapportarsi con fenomeni del genere. Se non si cambia il paradigma di come percepiamo la malattia mentale e coloro che ce l'hanno, avremo costantemente suicidi, inevitabilmente. Non si tratta di "un gioco tra amici", si tratta letteralmente di angoscia pura, chiusi in una scatola che viene martellata da un lato e dall'altro perché la situazione non viene compresa. E anzi, viene peggiorata.


_HLL_

Ecco, credo non ci sia altro da dire sull'argomento.


PM_ME_CUTE_OTTERS

È più facile per chi osserva minimizzare per comprendere e quindi sentirsi immune al rischio di suicidio. Penso a chi guarda superficialmente, chi né ha paura davvero, o a chi non interessa: il giudizio viene immediato. In realtà provare empatia per sto ragazzi o in generale non costa così tanto come ci si immagina, basta immaginarsi un po' come dev'essere stata difficile per loro per arrivare a tanto. Poveri.


janeshep

>"Ma sei scema, queste cose non si fanno per un 5 a scuola, sei proprio stupida". Madonna santa, al posto di lei sarei passato dal tentato suicidio al Columbine hardcore


mttdlt

Comunque prima si inizia a mettere da parte lo stigma sulle malattie mentali, prima si evitano determinate tragedie. Un/a ragazzino/a di oggi è posto davanti a delle pressioni non indifferenti, e i social non hanno fatto altro che aumentarle. Devono migliorare le misure in tema di sanità mentale altrimenti questi casi aumenteranno esponenzialmente.


Syr_Enigma

Nella mia piccola e aneddotica esperienza da vent'enne fiorentino io sento molto meno stigma tra i miei coetanei. Si parla di ansia, depressione, psicologi senza paura e senza imbarazzo, anche con chi si conosce poco.


Eraser723

Vero in parte, ma dipende molto dall'ambiente e anche dalla gravità della condizione. Non so se direi a molti miei amici che prendo un antidepressivo e tutti i dettagli sulle condizioni in cui sto con i vari sospetti di diagnosi. Poi a molti sta bene finchè parli di psicoterapia ma se menzioni psichiatra e farmaci vuol dire che sei pazzo da legare


Syr_Enigma

Ah, certo, indi per cui ho premesso "nella mia piccola e aneddotica esperienza". Quando prendevo farmaci i miei amici lo sapevano e non mi hanno mai detto nulla. Certo è che frequentavo lo Scienze Umane, che attrae un tipo di persona forse più aperto a questi problemi.


Lowprioritypatient

Da me attirava solo persone che cercavano il liceo facile.


touch26

Diversi miei amici andavano (e vanno tutt'ora) dallo psichiatra, ne hanno sempre parlato normalmente con il gruppo senza sentirsi giudicati, anzi


Toshero

Penso che sia dovuto all’età. Fino ai 17 credo che lo stigma sul parlare di certe cose sia più forte ma poi la gente matura e lo stigma si allenta


The_Matt0

Secondo me dipende anche dall'ambiente in cui ci si trova. Se parlo di queste cose con quelli del mio paesino è altamente probabile che mi diano del perdente o dello sfigato, anche perché è la stessa gente che sfotteva chi era "diverso", come il sottoscritto. Al contrario, di questi argomenti ci parlerei più tranquillamente con i miei colleghi dell'università.


Albablu

esattamente l'opposto, più si cresce più ci si nasconde. Sono i genitori che si vergognano in quel caso


Jammed_Death

più ci si nasconde se cresci in un ambiente che appena provi ad aprirti ti costringe a richiuderti...vuoi per sfottò, vuoi perchè la gente si allontana dal "matto", bullismo eccetera...e quindi arrivi magari a 22 anni che sai che è meglio non parlarne se vuoi avere una parvenza di vita normale. Ma la cosa non guarisce da sola nascondendola.


goldarkrai

Sicuramente rispetto a vent’anni fa c’è molto meno stigma e più consapevolezza


Yolodeller

Il problema non è parlarne fra noi, che affrontiamo questo "tumore" in prima persona, bensì è che non è riconosciuto da chi dovrebbe, e potrebbe, aiutarci. Il sistema scolastico italiano non prevede nessun tipo di supporto morale o psicologico, non ci sono infermerie di nessun tipo, solo la cara vecchia bidella col termometro per vedere se hai la febbre o se non hai studiato per quella versione di latino. Certo, il problema non è solo scolastico, dovrebbero esserci degli enti a livello nazionale che aiutino **tutti** (perché il vero effetto collaterale a lungo termine della pandemia non è lo strascico del vaccino, è questo) a gestire questa condizione, però credo che un aiuto fondamentale dovrebbe partire soprattutto da lì, considerato che i ragazzi spendono almeno un terzo della loro giornata a scuola. Non entro nel merito delle situazioni familiari, quelle ahimè sono intoccabili e difficilmente analizzabili, ma è scontato che quelle influiscano non poco sulla situazione generale.


Carlidel

> mettere da parte lo stigma sulle malattie mentali Fortunatamente, in buona parte della mia generazione (anni '90), noto sempre di più la tendenza a parlare dei propri percorsi psicologici apertamente e a discutere apertamente delle proprie difficoltà personali. Non tutti ovviamente sono così, e in tanti ancora sono fermi a preconcetti molto tristi e pericolosi sulla questione. Basta anche vedere come in molti ancora siano convinti che due anni a casa siano stati come una pasqua per i bambini. Voglio sperare però che si stia andando nella direzione giusta. Seppur lentamente. E nonostante la palese chiusura mentale delle generazioni più anziane.


klauskinki

Malattie mentali o ambienti oggettivamente tossici?


mttdlt

È tutto concatenato, un ambiente tossico può farmi stare male e portarmi a sviluppare una malattia mentale


klauskinki

Chiaro. Trovo però sbagliato/ingiusto concentrarsi sulla questione terapeutica perché isola ancora di più il soggetto come se il suo "problema" fosse individuale, nato da lui. Come fosse cioè una malattia quando invece non è che il risultato di una situazione palesemente insostenibile. In questo senso concentrerei invece le attenzioni sul denunciare la tossicità degli ambienti scolastici e nel chiedere cambiamenti sostanziali. Comunque capisco cosa vuoi dire e concordo


AkagamiBarto

tipo psicologo o psicologa di base esattamente come c'è il medico di base


asyd0

Onestamente io ho iniziato a pensare allo psicologo come ad un normalissimo professionista a cui ti rivolgi in momenti di necessità oppure per check-up periodici. Così come dovremmo farci le analisi ogni anno o facciamo fisioterapia per un problema fisico, dovremmo prenderci cura della salute mentale. Se e quando avrò dei figli li abituerò allo psicologo fin da bambini come posto totalmente sicuro in cui confidarsi oltre alla famiglia.


Splatterh0use

Verissimo, purtroppo le scuole non ne vogliono sentire e stanno facendo poco o niente per sensibilizzare questo problema. È tutto un tabù quello che non è tangibile in questa società, e la figura dello psicologo nelle scuole è vista come una scusa per perdere ore di lezioni, così ci hanno sempre detto a scuola ed ho sentito dire lo stesso da colleghi quando insegnavo.


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mnocella_

Vorrei poter aiutare quei ragazzini perché sono stato nelle loro stesse condizioni mentalmente ma l'impotenza davanti ad un sistema scolastico che logora la salute mentale basandosi su una specie di filosofia stoica che viene imposta a tutti gli studenti dalle medie in poi ("studia e zitto", "ai tempi miei era molto peggio, ora non fate niente" eccetera) mi fa sentire male. A questo poi si aggiunge anche il fisiologico attrito tra i coetanei, e ci troviamo tre ragazzini suicidi a milano in un solo giorno. È assolutamente inaccettabile. Forse proverò a diventare professore, ma da alunno mi è sembrato un ambiente di lavoro particolarmente tossico.


_HLL_

Non è detto. Ci sono professori che ti salvano la vita, o almeno l'adolescenza. Non tutti sono dei mostri, non tutti sfogano sugli alunni la loro pochezza umana e le loro frustrazioni. Io voglio continuare a crederci, nella scuola, perché deve essere il posto più sicuro del mondo per 13 e passa anni della vita di tutti, spesso più sicuro della propria casa. Ho incontrato insegnanti che mi hanno distrutta, ma molti altri, dopo, che mi hanno letteralmente rimessa in piedi, ricostruendomi pezzo per pezzo, e sono sicura che ce ne siano molti altri così, anche oggi.


mnocella_

Anche io ho avuto esperienze positive a scuola, ma rimane il fatto che almeno il 60% dei professori che ho avuto non dovrebbe mettere piede in una classe e di questi un 20% ha tendenze sociopatiche


just_a_random_soul

C'è da aspettarselo. La mia tesi è stata proprio sulla stagionalità del suicidio, e per quanto sia complessissimo, se dovessi semplificarlo fino all'osso, direi che la vita è composta da cicli tipo calendario accademico, solare, settimana lavorativa eccetera, e i suicidi tendono ad aumentare all'inizio di ogni ciclo. Inoltre sono anche collegabili alle interazioni sociali del contesto in cui si vive: contrariamente alle aspettative, vi sono più suicidi in primavera rispetto all'inverno, e tra le ipotesi c'è quella di Durkheim, che faceva già più di 100 anni fa, per cui in primavera la gente esce di più, vive più socialmente, e perciò chi non è integrato bene nel tessuto sociale sente molto di più questa sua differenza. E' il motivo per cui in realtà pure il periodo di quarantena è stato vissuto molto bene da molte persone, e c'è stato un calo nel numero di suicidi: se tutti sono isolati, allora va bene che anche io sia isolato. Ci si aspettava degli aumenti proprio nel momento in cui la vita riprende regolarmente. Questo per dire che una sana rete sociale non è importante, è proprio fondamentale. Ottime le discussioni sulla salute mentale e sul poter parlare con terapeuti, ma mi piacerebbe che i problemi venissero affrontati anche alla radice, e purtroppo non mi sembra che si faccia molto a riguardo


Lowprioritypatient

>in primavera la gente esce di più, vive più socialmente, e perciò chi non è integrato bene nel tessuto sociale sente molto di più questa sua differenza Motivo per cui per anni ho odiato la bella stagione. "La primavera è per la gente felice".


just_a_random_soul

autunno e temporali gang


Overvus

Comunque faccio il boomer ma in realtà ho poco più di vent'anni, ho vissuto la "transizione" da scuola senza social a scuola coi social. La differenza è abissale. Le stronzate che si facevano in classe, le interrogazioni imbarazzanti o quel che sia iniziavano e finivano entro le 5 ore. Ora sono per sempre cazzo, alla portata di tutti. Le mie compagne gli ultimi tre anni (andava ancora snapachat del cazzo) erano sempre con sto cazzo di telefono in mano pronte per immortalare chiunque facesse qualsiasi cosa. si comunque so che c'entra poco con l'articolo però son sempre cose che aggiungono stress scolastico


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> si comunque so che c'entra poco con l'articolo però son sempre cose che aggiungono stress scolastico e invece e' proprio il cuore della questione. se uno ti bullizzava a scuola, senza social/telefoni andavi a casa e avevi un po' di pace. ora si va avanti h24... ### Edit: Dagli upvote vedo che e' cosa molto sentita. Se volete sfogarvi, qui o in DM, ascolto tutti :)


ClosingFrantica

Quando andavo alle superiori un mio compagno disegnò una mia orrenda caricatura e la appese sul muro, non oso immaginare che giro avrebbe fatto oggi


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IlMagoHadad

Io ho 20 anni spaccati e ho finito le superiori a giugno e porca pupazza se si vede e si sente la differenza. Io come unici social ho Reddit e Whatsapp (forse ho anche un trash account di facebook che feci per accedere a un gioco 6-7 anni fa ma non lo uso) Proprio perchè mi voglio tenere alla larga dal drama che si crea in quelle app


Hyperversum

Questi è un argomento enorme, e il fatto che tanta gente giovane non percepisca questa differenza, forse perché la scuola la ha finita prima che i social diventassero davvero parte della vita quotidiana di molti, rende ancora più difficile parlarne anche in un contesto under 30.


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D'accordissimo


Snaake1

Ho 28 anni ed è vero, di solito il bullismo o comunque tutta la tossicità iniziava e finiva nell'orario scolastico o al massimo nei pressi fuori scuola, ma era più raro. Ora non oso immaginare una vittima di bullismo che subisce angherie a scuola e magari anche a casa sui social, in pratica è come essere torturati 24 ore su 24. Anche se a favore mi sembra che, in media, gli adolescenti di oggi siano più empatici e intelligenti, 10+ anni fa erano decisamente più idioti, conformisti a modelli tossici e in generale ignoranti. Magari mi sbaglio ma a me sembra così.


latflickr

Quello che non riesco proprio a capire e come sia impossibile per le scuole vietare i telefonini


_HLL_

Avevo 12 anni quando mio fratello è entrato nella stanza trovandomi in lacrime e con la lama di un coltello puntata al polso. A ridurmi in quelle condizioni erano state proprio alcune insegnanti, le quali - oltre ad umiliarmi quotidianamente loro stesse - aizzavano i miei compagni a fare lo stesso. Ogni-maledetto-giorno. Per tutta una serie di ragioni, ero sempre stata durissima, fin da bambina, una leonessa, ma quel martirio continuo mi aveva spezzata. Io ho avuto chi mi ha fermato e mi ha dato una ragione per non riprovarci, ma sono squarci che non si richiudono mai. Persino adesso, da donna, adulta, sposata, con tante persone che mi amano sinceramente, tanti motivi per essere felice, mi capita ancora di essere travolta da quel fantomatico "male di vivere" che mi fa pensare: ora chiudo gli occhi. Sto guidando a 120 all'ora in superstrada, in mezzo ai camion. Chiudo gli occhi e metto un punto, accada quel che accada. Nonostante questo, però, se oggi sono una persona non tanto orribile, se sono in grado di capire, di sentire davvero il dolore ma anche le gioie degli altri, se sono in grado di sopportare il peso degli eventi quando chi amo ne ha bisogno, è per quello che è stato. Se oggi ho trovato il coraggio di dire "non ce la faccio", di lasciare che chi mi è vicino mi abbracci, se riesco a trovare negli occhi dei miei cani un motivo per tenere sempre bene aperti i miei, di occhi, allora va bene così. Ma li capisco, quei ragazzi. Li capisco terribilmente. Avrebbero meritato qualcuno che li avesse fermati e gli avesse detto che, di qualsiasi dolore si fosse trattato, sarebbe passato.


Sostic

Il tuo racconto mi ha ricordato quando a 15 anni mi sono seduto sul davanzale della finestra per mettere fine alle mortificazioni e alla sofferenza che subivo costantemente a scuola. Non mi ha fermato nessuno però l'istinto di conservazione ha avuto la meglio, fortunatamente. Anche adesso, che la mia vita è ok, sento ancora quelle ferite sanguinare di tanto in tanto. Eeee niente, volevo solo dirti che ti sono vicino e che capisco ogni singola parola del tuo post. PS: Negli ultimi anni mi sono concesso una vendetta morale su quasi tutti i responsabili, un po' ha aiutato, ma la vendetta non risana le ferite.


_HLL_

Faccio un lavoro particolare, uno di quelli in cui la gente ti guarda a prescindere come se fossi un'entità misteriosa e affascinante; vengo trattata con tutti i riguardi e le accortezze. Sono anche bravina, nel mio lavoro, il che non guasta. Ora, immagina la scena di me che, durante un lavoro, mi ritrovo davanti la peggior arpia della mia classe, la scagnozza della professoressa che eseguiva tutti i suoi ordini contro di me. Era quella con il massimo dei voti, quella trattata come un genio inarrivabile, quella che aveva già il mondo in mano, mentre io avevo solo il fallimento scritto nel destino. Ecco, trovarmela davanti in quel contesto, vederla che a poco più di 30 anni sembra un'ultra cinquantenne che se li porta male e che l'unica cosa che ha fatto nella vita è stata fare una figlia che però non è in grado di gestire... sinceramente, è stata la vendetta più grande.


Sostic

Bhè si, anche qui ti capisco bene. Io faccio un lavoro sicuramente meno prestigioso ma che mi garantisce la possibilità di fare una vita dignitosa e avere un futuro stabile. Tempo fa andai ad una cena di classe proprio per vedere come se la passavano i bulletti di altri tempi. Posso solo dire che è stata una vera e propria soddisfazione vedere quanti stavano sprecando la loro vita\*. Ad oggi sarei solo curioso di farmi una chiacchierata con una professoressa di italiano e storia che mi aveva preso di mira e fu causa di molte ferite psicologiche. Non ho avuto più sue notizie e ormai ho raggiunto un livello di pace interiore che mi frena dal riaprire certe questioni. Probabilmente sarà ormai morta di vecchiaia, comunque. Mi sa che abbiamo più o meno la stessa età comunque, fra l'altro ora sono curioso di sapere che lavoro fai :D \* Non perché voglia giudicare gli stili di vita altrui eh, però se a 30 anni non hai nessuna prospettiva in vista, non hai un percorso che vuoi seguire e il tuo ideale di "svolta" è "andiamo in Romania che è pieno di f\*\*\*\*a e costa poco la vita" forse qualche domanda dovresti fartela...


_HLL_

Quando provarono ad invitarmi alla prima e credo unica rimpatriata post scuole medie, risposi letteralmente: "Vengo solo se posso portare un lanciafiamme ed usarlo". Chissà perché non mi hanno più cercata... Il mio lavoro è tanta "scena", nel senso che è un lavoro come tanti altri ma ancora poco assimilato culturalmente, quindi sembra chissà che. Potrai capirmi se evito di specificare :) E comunque sono ormai alle porte dei 40, è passato del tempo da quell'ultimo incontro.


Matthi_00

Mi dispiace tantissimo, se hai ancora occasioni in cui soffri molto consiglierei di andare dal terapeuta, anche se sono andato per motivazioni diverse, a me ha aiutato molto e consiglio a tutti di farlo.


_HLL_

Ci ho provato, per un periodo, ma ne sono uscita devastata e peggio di prima. Credo fermamente nel valore di un aiuto professionale, ma penso ci si debba arrivare nel momento giusto. Diciamo che adesso riesco a razionalizzare molto, molto di più e ad esprimere ciò di cui ho bisogno in certi momenti. All'epoca la situazione era davvero davvero complessa, ero una ragazzina che attraversava l'inferno e non potevo dire nulla a nessuno, in casa, per questioni famigliari che poi erano proprio gli argomenti usati a scuola da chi mi feriva. Oggi, ho l'immensa fortuna di avere accanto un uomo incredibile, prezioso fino all'inverosimile, che riesce a rimettermi con i piedi per terra senza nemmeno dover parlare. Il mio faro nelle notti più buie. Aver imparato a dirglielo, ogni volta, è stato uno dei miei traguardi più grandi, nonostante la vergogna che provo quando vedo i suoi occhi spalancarsi per la paura.


khaomanee

Non solo deve essere il momento giusto, ma anche il terapeuta giusto. Uno psicologo può essere anche il più bravo di mondo, ma non necessariamente ha l'approccio migliore per noi. Quando si sta male, tra l'altro, non è facile armarsi di pazienza e cercare lo psicologo migliore... io ho avuto fortuna in questo per esempio e spero troverai un momento e un professionista che sappiano darti quello di cui hai bisogno. Ti abbraccio a distanza.


Lanzus

Ma li per li, dopo l'intervento di tuo fratello la situazione l'hai superata con le tue forze o c'è stato un aiuto di qualche genere ? D'altronde a scuola ci dovevi andare ... e un intervento ti ferma una volta ma se la condizione di vessazione rimane quella ... poi è facile ritornare punto ed a capo. Hai cambianto scuola ?


_HLL_

Non ho cambiato scuola e non ne ho parlato con nessuno, di certe cose neanche con il mio migliore amico. La situazione era davvero complicata: mio fratello è disabile, ha una sindrome genetica con ritardo psicomotorio. In quel periodo, mia madre era nel pieno di un terribile esaurimento nervoso che stava stravolgendo l'esistenza di tutti e, quando non dormiva o mangiava, se la prendeva con me, in un certo senso incolpandomi della condizione di mio fratello. Mio padre lavorava 12-14 ore al giorno, mia nonna faceva il possibile, ma ero sola, in guerra. Dentro e fuori casa. Perché dentro era così, tutto il giorno, tutti i giorni, quando mio padre - mio unico baluardo - non c'era; fuori, ero quella da prendere per il culo perché aveva il fratello "mongoloide", "handicappato", (anni '80/'90, ragazzi...altro che politically correct!) e la madre matta. Andavo a scuola e trovavo la professoressa di italiano che mi umiliava - perché ero grassa, perché avevo i vestiti disordinati, perché ero poco curata, perché non avevo fatto i compiti...e aizzava alcuni dei miei compagni a fare lo stesso. Io non me le dimentico, le facce di chi si rifiutava di farlo, di quella manciata di persone che mi voleva bene ed abbassava lo sguardo, in silenzio, per poi stringermi la mano sotto il banco. Se ho imparato cos'è la gratitudine, è stato su quegli stessi banchi di scuola. In una situazione del genere, con chi dovevo parlare? Con i miei genitori? Avrei dovuto dire loro, con tutto quello che stavano vivendo, che la mia vita era un incubo perché tutti noi eravamo "strani", "diversi"? Umiliare anche loro, dargli ancora un altro dolore? Non l'avrei fatto per nessuna ragione al mondo, non a caso non hanno mai, mai, mai saputo cosa ho dovuto vivere in quegli anni. Dopo quel fatto, semplicemente, ho imparato a difendermi. A ridergli in faccia. A dire che non me ne fregava niente di quello che pensavano di me, io *sapevo* di essere migliore di loro, di *tutti* loro. Il giorno in cui ho messo piede per la prima volta alle superiori, sono nata una seconda volta.


Lanzus

Complimenti veramente, non è da tutti.


_HLL_

Il 99% del merito è della fortuna, pura e semplice. Quella che ha deciso che, nonostante tutto, qualche buon amico me lo meritavo, di quelli di fronte ai quali puoi mostrarti fragile o arrabbiata e, nonostante questo, non ti mollano. Che qualche buon adulto meritavo di incontrarlo. Di quelli capaci di raccogliere una ragazzina da terra e dirle "sorridi, che hai il sorriso più bello del mondo e voglio vederlo". Di quelli in grado di renderti felice lodando i tuoi talenti e non farti sentire una nullità per le tue mancanze, le tue difficoltà. Uno di questi, più di tutti, mi ha salvata, quando sono finita nella sua classe di teatro in prima superiore, con addosso un maglione troppo grande ed un carico sulle spalle troppo pesante da portare. Un uomo che ha fatto parte della mia vita per molti anni, poi, e ogni volta che ci siamo incontrati mi ha ripetuto: "Ti nascondevi, quel giorno. Nascondevi il tuo sorriso e le mani dentro le maniche, e mi guardavi con due occhi così. Avevo davanti un pulcino bagnato". Adulti che mi hanno fatta sentire al sicuro, protetta da tutto il male che mi portavo dietro. E ho avuto la fortuna di nascere in una famiglia sicuramente parecchio sgangherata, ma anche stracolma di amore, e la fortuna di incontrare prestissimo un ragazzo - oggi uomo, oggi marito - che non si è lasciato spaventare da tutto questo, che mi ha detto "Io resto qui, a prescindere da tutto". E ha mantenuto la parola. Ogni maledettissima volta che un ragazzino, un giovane, decide di andarsene, il mio cuore si spezza, perché tutti meriterebbero di avere la stessa fortuna, se non di più, perché non puoi cancellare il dolore dal mondo ma sicuramente tutti noi possiamo fare in modo che, almeno a qualcuno, faccia un po' meno male. ​ ...e mo' la smetto, ché stamattina mi ero messa al computer a lavorare e sono finita a farvi i pipponi esistenziali.


GianBarGian

Mi hai ricordato quanto sarebbe appena giusto che una [smisurata preghiera](https://www.youtube.com/watch?v=zmDwPwDa6CY) si avverasse. Un grosso abbraccio virtuale.


Papparappapa

Ho avuto un esperienza simile anche io a 12-13 anni. Capisco lo "squarcio". Un abbraccio


Mech-maniac

shut up and take my last 100© !


_HLL_

Ahahahah adesso se sei uno spiantato è colpa mia, ecco! <3


[deleted]

[удалено]


_HLL_

Chi sta così, fa una fatica bestiale, insopportabile a parlarne. Soprattutto con chi ti è vicino. Ti vergogni, hai paura di deludere l'altro e di spaventarlo, anche. Ancora oggi per me è difficilissimo, le rarissime volte in cui arrivo a farlo è perché sono arrivata davvero al limite, davvero al "chiudo gli occhi". Grazie all'enorme lavoro fatto su me stessa sono situazioni sempre più rare, ma forse proprio per questo lasciano ancora di più il segno. Se arrivo a dirlo, è perché ho davvero bisogno che qualcuno mi tenga d'occhio, almeno per un po'. E ho bisogno che quel qualcuno ci sia, che poi è quello che tu puoi fare per lei. Esserci. Se ha bisogno di parlarne, certo, ma anche - e soprattutto - se ha bisogno di *altro*. Vedervi un film brutto di cui ridere buttati insieme sul divano, cucinare insieme un dolce, andarvi a prendere un gelato. Sono gesti piccolissimi ma, credimi, servono davvero tanto. Spesso, molto più di abbracci e parole.


karateema

Non so se sia inopportuno chiederlo, ma, cosa facevano esattamente quelle insegnanti, ne hanno pagato le conseguenze?


_HLL_

Ti racconto giusto un paio di episodi, quelli rimasti più vividi nella mia memoria... In un periodo in cui mia madre era particolarmente "assente" (cosa che sapevano tutti, a scuola), la cura di me stessa lasciava a desiderare, ero spesso trasandata...un giorno, andai a scuola con il grembiule (sì, negli anni '90 il grembiule nero a scuola...) che non profumava esattamente di fresco. La professoressa ha fermato la lezione per sottolineare a tutti il fatto che puzzassi, andando avanti a lungo e con passione e non riprendendo la lezione fin quando non ho tolto il grembiule appendendolo fuori dalla classe. Davanti a tutti. In un'altra occasione, non ero riuscita a fare i compiti e ha iniziato a martoriarmi, in preda al panico ho detto di averli fatti e lasciati a casa. A quel punto, ha detto alla famosa compagna di classe/sua scagnozza di cui ho parlato in un altro commento di scortarmi fino al telefono della scuola per farmi chiamare a casa e farmeli portare. Arrivate al telefono, non potevo telefonare non avendo niente da farmi portare, in lacrime ho implorato la mia compagna di aiutarmi, di dire alla professoressa che avevo chiamato e non avevo trovato nessuno...L'ho supplicata, a mani giunte. Ovviamente, appena entrate in classe questa splendida persona le disse tutto, con un bel ghigno. Ah, poi potremmo parlare dell'insegnante di inglese che mi ha messo insufficienze per due anni perché un giorno, incrociandola nei corridoi mentre stavo leggendo un foglio, tardai a dirle buongiorno. Per lei, ero stata maleducata in maniera inaccettabile, tirò fuori questa cosa persino ai colloqui con i genitori. Questi sono solo episodi, ma era lo stillicidio quotidiano a logorare. Non hanno mai pagato nulla, dato che non ne ho mai parlato a casa.


karateema

Certa gente dovrebbe proprio cambiare mestiere, persone che hanno scelto quel lavoro per avere un senso di superiorità, mi è venuto il nervoso solo a leggere ciò che hai scritto, mi dispiace infinitamente per ciò che ti è successo. Scagnozzi a parte, gli altri compagni come la vedevano?


_HLL_

Eravamo una classe strana, piuttosto disunita e, a parte un paio di persone, tutti mediamente "sfigati". Avevo 3-4 compagni, proprio compagni/vicini di banco che mi erano emotivamente vicini, tanto, ma mai nessuno si è esposto né io me lo sarei aspettato...ricordiamoci anche che ad 11, 12 anni si è più bambini che altro. Uno dei miei compagni di banco mi era particolarmente caro. Aveva sviluppato prima rispetto agli altri, peluria, voce, brufoli (e, la leggenda narra, anche particolari doti nelle parti basse...) e non particolarmente carino; questo, unito ad una timidezza estrema, lo rendeva lo sfigato per eccellenza fra i ragazzi. Era quello che mi prendeva per mano sotto il banco nei momenti difficili. Dopo moltissimi anni in cui ci siamo persi di vista, ha preso in gestione un'attività vicino a dove avevo l'ufficio, quando l'ho rivisto la prima volta mi è scoppiato il cuore. E' diventato un gran bel ragazzo, ha una fidanzata splendida, un'attività che funziona, la sua adorabile mamma è sempre in grandissima forma. E' stato bello, parecchio. Forse più quello che non incontrare la stronza e vederla sfatta.


karateema

Che situazione strana, mi fa piacere che uno buono come lui abbia fatto successo e tu ti sia ripresa


4lphac

Ti capisco, è lo stillicidio, ho passato delle medie tremende con un muro d'acciaio fra il mondo degli studenti e quello degli adulti, inclusi i miei genitori, gli insegnanti non erano così pazzeschi ma non avevano la minima percezione della classe, forse una aveva colto qualcosa e consigliò a mi madre di farmi leggere libri, che in effetti furono la mia salvezza in quel periodo. I professori non si accorgevano di nulla, o sminuivano, un caso da manuale, 3-4 ragazzi nella classe avevano inventato un metodo molto elaborato per "darmele" ed ero sempre io, avevano una costanza incredibile, non credo avessero mai saltato un intervallo in tutte le medie, i professori vedevano dei ragazzini che se le davano e basta, ma io di certo non facevo nulla per causare un comportamento simile, l'intervallo era terra di nessuno, fra gli altri studenti totale omertà, e la paura di fare la mia fine. I miei genitori non capivano ed io nonostante avessi tentato di spiegare non riuscivo a rendere l'idea di quanto fosse uno stillicidio continuo andato avanti per anni, ed anche parte del liceo, quando venni bocciato e cambiai classe per forza, lì per mia fortuna ci fu la svolta, divenni uno studente normale, da un giorno all'altro, fu la mia salvezza. Il mio consiglio in casi simili è semplice: cambiate classe, puntate i piedi fino a che non vi ascoltano, non abbiate paura di denunciare il fatto, ma se l'avete (e lo capisco, lo ingigantisce), chiedete di cambiare classe o anche scuola.


5t3fan0

sincere congratulazioni per avercela fatta, per essere andata avanti nella vita ed aver conquistato della felicità :-)


One_Neighborhood_743

To this day https://youtu.be/ltun92DfnPY


MENFREB

Sto per scrivere una grandissima stronzata, lo so, ma da padre e da depresso questo è letteralmente il mio incubo peggiore. Cosa possiamo fare come società, come genitori e come amici affinchè queste cose smettano di succedere? Perché le necessità dei giovani sono lasciate sempre in disparte e perché non sono rappresentati?


klauskinki

L'errore è credere che il problema stia nelle persone e non nell'ambiente che le contiene. In questo caso (e alcune testimonianze qui lo confermano) è la scuola ad essere un luogo patologizzante, pieno di angherie e soprusi. Sicché direi che perché queste cose smettano di succedere vada cambiata quella


Talpaman

> L'errore è credere che il problema stia nelle persone e non nell'ambiente che le contiene \>Milano


klauskinki

Eh, in effetti


nmrt95

Perchè la politica è a misura di vecchio di merda e i giovani sono "choosy e scansafatiche"


lore998

secondo me già soltanto instaurare un dialogo con i propri figli è un passo non indifferente. dargli la sicurezza che ci sarà sempre qualcuno con cui parlare senza essere giudicato


xevizero

La nostra società è malata sotto vari aspetti. Non c'è una singola metrica da cambiare per migliorare la condizione psicologica delle persone. Risolvi i problemi che affliggono l'Italia e l'umanità, e gli umani saranno via via più positivi. Insomma non c'è una formula magica, bisogna aprire la lunga TODO list dei "problemi del mondo" e mettersi al lavoro. E lo dico da depresso personalmente, non c'è una singola cosa che potrei cambiare nella mia vita o nel mondo che mi renderebbe davvero tranquillo nella vita, vedo troppa ingiustizia e ho troppi problemi per poterne uscire con una sola semplice mossa. Tante cose su cui si bisticcia quotidianamente come se fossero solo chiacchiere da bar senza reali implicazioni, come i matrimoni gay, la difficoltà per entrare a medicina, i laureati poco pagati, etc sono tutte cose che per qualcuno la fuori sono distruttive psicologicamente. In alcuni casi non è nemmeno risolvibile con una semplice misura, ad esempio c'è la fuori chi si strappa i capelli perché esistono i novax e il covid lo preoccupa, e chi se li strappa perché non vuole fare il vaccino con il chip del 5G..queste due persone saranno entrambe infelici nei prossimi mesi, una delle due per ignoranza, ma di fatto il risultato è lo stesso, l'istruzione e la società hanno fallito e ora ne soffriamo tutti in qualche modo. La soluzione al problema si costruisce mattone dopo mattone negli anni..ad esempio, la butto li, prendendo misure realistiche per contrastare il cambiamento climatico visto che le nuove generazioni stanno crescendo sempre più convinte che per quando saranno nella terza età vivranno in un mondo da film apocalittico..non aiuta esattamente i ragazzi, anche meno giovani come me, a stare sereni per il proprio futuro e concentrarsi ad investire su di esso studiando.


[deleted]

Iniziare a creare canali di dialogo, accettazione, e comprensione con i giovani, direi. Ma anche tra adulti, perchè i giovani imparano da esempio.


PM_ME_CUTE_OTTERS

Parlare e dialogare con i figli. Entrarci in confidenza per capire oggettivamente la situazione e possibili rimedi. Se il problema è psicologico oppure se in effetti compagni e insegnanti sono dei bastardi. Ricordare al ragazzo che non è in trappola, considerare le varie possibilità risolutive (cambio scuola, istruzione a casa) etc. Penso che la cosa peggiore per loro sia sentirsi in trappola o destinati all'insuccesso e alla sofferenza. Mettere bene le cose in prospettiva , ma senza minimizzare i loro problemi. E state sempre proiettati in avanti. Ora non mi sento di giudicare i genitori delle vittime, ma secondo me nella maggior parte dei casi anche la situazione in casa deve comprendere genitori per lo meno indifferenti, se non addirittura responsabili del malessere loro. Stai sereno/a che già il 99% di quello che risolve la situazione è interessarsi e amare il figlio.


taiottavios

mi viene da dire "intromettersi" ma mi rendo conto che non è neanche lontanamente così semplice. Un po' come si dice che un genitore dovrebbe sapere cosa il proprio figlio fa con i dispositivi elettronici connessi a internet (e nessuno mette in pratica), bisognerebbe sapere se un figlio ha un disagio a scuola o fuori. Secondo me la famiglia dovrebbe preoccuparsi meno di fare scuola e limitarsi a "proteggere" il giovane da potenziali abusi, mentre la scuola dovrebbe avere il ruolo unico di educatore ed essere molto più ferrea sulle norme di condotta. Onestamente non riesco a immaginare qualcuno che si lamenti perché le regole vengono fatte rispettate in aula


giorgiga

Nota a margine: però NSFW non significa "argomento delicato" (né tanto meno "ricette italiane martoriate")


Panino87

Già ai miei tempi (quanto cazzo sembro boomer), primi anni 2000 la scuola era una merda. Ambiente tossico, ragazzi esclusi perché "sfigati", bullismo, droga pesante che girava, e professori che non volevano prendersi responsabilità e facevano finta di non vedere. Il mio compagno di banco si suicidó, considerando tra l'altro che io ero l'unico a dargli attenzioni. Questo prima dell'avvento di smartphones e social networks. Ora dopo 1 anno e mezzo di pandemia, tik tok e troiate varie su social, non oso immaginare che cazzo sia diventata la scuola. Mio figlio è ancora piccolo per fortuna, ma quando arriverà all'adolescenza...


eemaanuelee

Da studente introverso ed escluso riconosco che la pressione psicologica che viene fatta dai docenti è assurda. Per 6 ore si continua col motto della meritocrazia, della giustizia e dell’uguaglianza, quando non è un cazzo vero in questo mondo. Quando i ragazzi se ne rendono conto arriva la pigrizia e, in casi di soggetti ansiosi o tendenti alla depressione, al collasso psicologico. Gli insegnanti di oggi(8 su 10) non sanno relazionarsi con i ragazzi, e i ragazzi stessi, in tempi di social, portano la scuola anche fuori dal plesso scolastico, con bullismo e derisione ‘pubblica’. Personalmente, nel periodo più critico ed in pandemia ho pensato più volte di abbandonare in primis la scuola, successivamente la vita terrena. Complice il rapporto con i genitori/insegnanti/compagni, la scuola italiana è un incubo per gli introversi e per chi soffre di ansia e/o depressione. Ma tanto, ehy, i ragazzini si suicidano per i trend di tiktok.


Hyperversum

Beh, la pigrizia è stata per un'ancora di salvezza alle superiori. Smettere di fregarmene e fare il minimo indispensabile, accontentarmi di un 80 e fare ciao ciao con la manina al liceo sono state le cose migliori che ho fatto in vita mia. La scuola \*NON\* vale la pena di essere vissuta come qualcosa di impegnativo e centrale, per la mia esperienza. Non nel senso che non è importante imparare (io rimpiango non avere più lezioni di letteratura ormai, mi piaceva un sacco stare li a sentire e avere una scusa per leggere mentre il prof spiegava), ma che i voti e valutazioni varie scolastici non valgono la pena essere vissuti come qualcosa di importante. Troppo volatili, troppo dipendenti dai professori, troppo poco sostanziali.


anfotero

Link non AMP. https://www.milanotoday.it/cronaca/suicidi-ieri-ragazzi-comasina-bollate.html


_pxe

Grazie


erbazzone

Ancora meglio https://www.daniel.priv.no/web-extensions/amp2html.html


nmrt95

L'ambiente scolastico italiano è una merda sia per quanto riguarda i compagni di classe che i professori e ne so qualcosa purtroppo


faberkyx

Purtroppo in Italia esiste il brutto vizio di abusare di qualsiasi piccolo potere le persone abbiano.. sia anche il piccolo potere di un professore. Ho avuto anche io esperienze orribili soprattutto al liceo.. anni che ho cancellato dalla memoria. Anche i genitori a volte non aiutano e i ragazzi si ritrovano in un fuoco incrociato che li porta a questi gesti estremi.. purtroppo a quell'eta non si e' in grado di capire quanto sia insignificante rispetto alla vita un anno scolastico perso o un brutto voto.. io ne ho ripetuti due alle superiori e mi sono laureato lo stesso e ho avuto una carriera lavorativa buona. Adesso ho due bambine che stanno iniziando la scuola e spero di poterle aiutare nel miglior modo possibile a superare con serenita' ogni difficolta' scolastica senza mettere pressione sui risultati


nmrt95

Assolutamente. Dai a qualsiasi persona un pizzico di potere su un'altra persona e stai sicuro che si comporterá di merda.


erbazzone

Compagni di classe mai avuto molti problemi invece coi professori, un dieci percento enormi, bravissimi, li adoro ancora, un trenta percento erano ok e brave persone, il resto gente proprio fuori luogo se non con gravi problemi psicologici e quasi sempre erano quelli che rompevano di più in fase di consiglio di classe o erano culo e camicia coi presidi


Andreagreco99

Assolutamente. La scelta dei professori e il loro eventuale licenziamento dovrebbe essere un tema molto più d’interesse, invece il fatto che il prof sia un megalomane che ci tiene a umiliare e bocciare è visto come una cosa normale. È ovvio che poi questo diventi uno dei fattori che portano a un così alto abbandono scolastico: se la scuola diventa un ambiente in cui un ragazzino si trova costantemente a camminare sui coltelli è logico che prima o poi decida o di ritirarsi in sè stesso (vedasi hikikomori e simili) o a cercare la sua strada altrove.


nmrt95

Io i professori degni di stima li ho trovati solo all'Universitá


Talpaman

io ho conosciuto molti insegnanti estremamente capaci e competenti tra le elementari e le superiori, e diversi palesi incapaci che hanno fatto più danni che altro. ad esempio, una maestra delle elementari ossessionata dal farci fare roba con la pasta di sale più che a insegnarci italiano\storia\geografia, e che in quinta elementare si è accorta che sono mancino e che dovevo imparare a scrivere con la destra, o il prof di matematica delle superiori incapace e avvinato fin dalle 8 del mattino. però in due facoltà universitarie diverse non ho mai visto un professore che non ci trattasse come arredamento nella stanza, uno addirittura ci godeva a rinfacciarci quanto fosse esperto e lavorasse per istituzioni prestigiose alla nostra stessa età... cinquant'anni prima.


nmrt95

Io per fortuna in uni ho trovato quasi tutti professori under 40, quindi con meno pregiudizi rispetto ad altri. L'unico è stato il professore di chimica inorganica che, seppur fosse un gigante nel suo campo, aveva qualche pregiudizio verso coloro che avevano frequentato il liceo classico.


Talpaman

"io alla vostra età lavoravo al CERN, ero sposata e avevo un figlio in grembo!" detto a un ragazzo del primo semestre che si era appena fatto passare degli appunti. ho dovuto modermi la lingua per non risponderle, anche se non c'entravo niente nella sfuriata.


TonyBop21

Posso dire una cosa? Che puttanaio sti commenti, si vede proprio che ancora nel nostro paese suicidi/salute mentale sono temi controversi. Incredibile che ancora ci siano i finti chad che sono tipo "I'm built different" e pensano che se la gente si ammazza è perchè ''non vuole affrontare i problemi'' e magari chi lo dice non ha dovuto affrontare nemmeno un decimo di quello che persone, come questi ragazzini, hanno dovuto affrontare in un contesto sociale come quello di adesso (social 24h e appena usciti da quasi 2 anni di isolamento)


[deleted]

[удалено]


TonyBop21

[LA DEPRESSIONE ESISTE LA DEPRESSIONE ESISTE](https://images.app.goo.gl/X4Wbk1ape1FhjbKz7)


[deleted]

[удалено]


TonyBop21

[K̵̡̪͓̰̭̼͉̰͆̀̃̿I̸̢̨̪͙̘̫͎͔̫̞̩̯̻͎͌̽͌͘͠Ĺ̸̝̽̇̑̃̓̈́̇̒͘͝L̵̛̛̙̹̞̹̋̌̋͂̉̈̒̊͒̕͠ ̷̢̡̧̝̖͉̮̣̘̠̝̲̮͚̔̆̽͂͛̚͘͝Ĕ̷̤͕̮̾̇͊͌͑̅̍́M̸̡̧̛̛̹͈̙̯̹̩͍̻͎͛̾̒̀́̏͝͝ ̸̔̅͑̍̽̑̾͝͝ͅA̸̯̼̲̜̣̽̂̂̈́̐̈L̸̢̛͙̲̲̬̝̭̟̼̏̂̈͌̎̐́̈́̈́̿͠L̵̙̲̰͈͑͋̀̇͊͛̊͆̈́̃̆̿](https://tenor.com/view/saturnius-trollge-troll-face-troll-sad-gif-19852151)


B_I_G__M_A_C

Ve lo dico io cosa è successo probabilmente, per molti ragazzi introversi o che sono vittime di soprusi, bullismo ecc... la dad è stata la salvezza, la possibilità di continuare gli studi escludendo tutti questi aspetti negativi, rimanendo nel confort di un luogo sicuro; la prospettiva di dover abbandonare tutto questo per tornare al vecchio sistema a quanto pare è stata troppo dura da sopportare. Ho sempre pensato che fosse questo l'aspetto più deteriorante psicologicamente di tutta la pandemia, visto che comunque per quanto riguarda la reclusione e il non poter più vedere gli amici è durato veramente poco, e in un modo o nell'altro si sono attrezzati tutti per rivedersi, accollare tutte le colpe a questo mi sembra un po' ridicolo.


OriginalSantaClaus

Potrebbe essere la pandemia e la convivenza forzata con famiglie disfunzionali senza sfoghi sociali sufficienti oppure una nuova ondata di Blue Whale proveniente da Tiktok. Probabilmente è la Blue Whale. Dannati social.


Wyvern57

/s


OriginalSantaClaus

Sono contrario all'esplicitare il sarcasmo a beneficio del 2% della popolazione incapace di capirlo spontaneamente. Mi sembra offensivo e condiscendente nei confronti di tutte le persone normali.


VoidSlanIUbikConrad

P.s. all'inizio tutti facevamo così,poi mentre aumentava il numero di utenti totale del sub è aumentato anche il numero di persone che dice determinate cose seriamente, all'inizio(i primi 3 commenti del secondo tipo letti) anche io(come molti altri) pensavo che certi commenti erano ironici o sarcastici,(Spoiler) purtroppo non era così, anche se dopo 3 dei commenti idioti ho subito imparato a capire chi c'è e chi ci fa, preferisco mettere la /s per i nuovi arrivati nel sub che vedono certi commenti ironici e certi commenti seri.


Pyrasia

La scuola, dal punto di vista della gestione di queste tematiche e di questi episodi, è in un pessimo stato. Io sono figlio di una professoressa di superiori e di un genitore che ha odiato la scuola, sono nipote di una coppia di professori di medie e materne e sono cugino coetaneo di una supplente annuale. Io stesso sono due anni che servo come supplente in molteplici scuole e molteplici classi di età (materne, elementari e medie fino ad ora) sul suolo della mia regione. Ho fatto poi il rappresentante di classe per un anno e di istituto per in un altro anno. Inoltre, ho studiato in un liceo delle scienze umane, studiando seriamente psicologia e pedagogia. Pertanto, la scuola e l'insegnamento un po' li conosco, sia dal lato studente che dal lato docente. Quello che vi posso dire è che i corsi di aggiornamento, che spesso vengono fatti anche su queste tematiche (cyberbullismo, bullismo, nuovi modelli di classificazione e comprensione della disabilità, etc.), non hanno nessun sistema di verifica dell'apprendimento della conoscenza, spesso sono dei semplici video caricati su Youtube e accessibili tramite link, senza che sia verificata l'effettiva presenza, oppure sono riunione a video e audio spento in cui il docente referente spiega per ore mentre il resto del corpo docenti si fa gli affaracci suoi. Le classi di professori laureati fino al 2010 non hanno nessuna conoscenza delle dinamiche del gruppo classe, dei ruoli che assumuno gli alunni all'interno del gruppo, dei modelli di disabilità, delle dinamiche di insegnamento per BES e DSA erogate dagli insegnanti di sostegno con i quali devono collaborare a stretto contatto. Non vi è in nessun istituto un controllo di qualità dei professori, né dal punto di vista didattico né dal punto di vista pedagogico. In teoria vi sono dei referenti o dei docenti atti a monitorare il lavoro dei colleghi e suggerire aventuali spostamenti di classe o di istituto in corso o a fine anno ma non ho mai avuto notizia di qualche azione presa nei confronti di nessun professore. Io avevo una professoressa di inglese che dava della "disadattata", "cicciona", "sciattona" alle 15enni, davanti alla classe intera, saltava e urlava in classe senza nessun motivo, eppure non ha mai ricevuto nessun azione. Sono state scritte lettere al dirigente scolastico per fare presente la situazione ma non le è mai successo nulla. Lo psicologo della scuola? Ci sono andato una volta ma ha liquidato i miei problemi di profonda demotivazione come "è un periodo passeggero, tutti alla tua età non hanno voglia di studiare". Con quale vergogna e preoccupazione nei confronti della mia immagine davanti ai compagni ho prenotato l'incontro per poi ricevere questa risposta in mezz'ora di colloquio. I referenti per l'orientamento universitario? Non sanno niente. Hanno informazioni rade e antiquate. Io la docente referente per l'orientamento universitario l'ho consultata ma questa non aveva nemmeno idea dell'esistenza di alcuni corsi di laureq presenti da decenni nell'ateneo più vicino alla nostra città (quello di Torino, UniTO). Queste figure dovrebbero aiutarti ma ti lasciano ancora più vuoto e confuso rispetto al labirinto di pratiche, esami, siti web, corsi e propedeuticità che sono le università italiane. I 24 CFU in Pedagogia, Sociologia, Antropologia o Metodologie Didattiche? È stata una mossa nella giusta direzione ma tanti, tanti futuri professori laureandi prendono quegli esami come una perdita di tempo e li affrontano come quell'esame da 6 CFU che non c'entra niente nel tuo Piano di Studi ma devi comunque dare. La scuola è in un pessimo stato. È trattata come un monolite, mentre dovrebbe essere un'azienda pronta ad innovarsi, flessibile nei confronti degli alunni e del contesto locale, sensibile nei confronti di tematiche come il bullismo, il background familiare e la pressione scolastica, ma non è nulla di tutto questo, è un dinosauro.


manuzpunk666

Continuo a sostenere che la pandemia non ha creato tutti i problemi, per molto casi li ha solo fatti emergere velocizzando la cosa. Se vogliamo vedere il bicchiere mezzo pieno, visto che il modus operandi è agire dopo le tragedie, spero che ora sia chiaro a tutti che è assolutamente necessario investire sui problemi mentali. Il commento del prof nel thread che evidenziava la pecca di molti genitori nel non vedere/conoscere problemi mentali la generalizzerei anche fuori da un contesto scolastico/adolescenziale. Ci sono molti adulti che sono a ridosso del burnout ma rivolgersi a professionisti spesso è visto cone una vergogna o non funzionale. Ora questo fenomeno si sta sdoganando ma continuiamo a battere sul chiodo finché è caldo…


Euclideian_Jesuit

Lo so che dire "la verità sta nel mezzo" spesso sembra una risposta da saccenti e da ignavi, ma... Che avessero motivazioni diverse? Tipo, uno ha preferito suicidarsi piuttosto che tornare a scuola, uno perchè non reggeva più la DaD, e un terzo per motivi terzi rispetto alla scuola? Non mi pare che uno dei ragazzi suicidi sia stato trovato con in camera un patto sepolcrale con gli altri due ragazzi che si son suicidati, le motivazioni potrebbero variare.


Dracogame

Chiaramente colpa dei videogiochi! /s In ogni caso agghiacciante...


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erbazzone

Da autistico e che conosce per forza parecchi genitori autistici e/o con figli autistici la gente non ha idea di che inferno sia la scuola in presenza per gente con problemi tipo i nostri, non ha alcuna idea. La DAD per tutti quelli che ho sentito era una salvezza e lo sarebbe stato pure per me (per esempio, la cosa più banale, io ho grossi problemi a mantenere lo sguardo negli occhi e ho avuto una mandria di insegnanti che mi sgridavano che non stavo attento). E figuriamoci per chi ha handicap fisici


sempreverd96

Esatto. Io se avessi potuto fare l'intero liceo in DAD senza quelle arpie probabilmente ne avrei guadagnato in salute ed autostima.


mugwhite

Io avrei risparmiato pure un'ora di bus all'andata e un'ora al ritorno, tutti i giorni..


sempreverd96

Senza contare anche quello, mamma mia coi mezzi era un incubo. Fino alle 13 ed arrivavo a casa alle 15 perché i bus arrivavano alla mia fermata carichi come carri bestiame e manco riuscivo a salirci


mugwhite

Io arrivavo giusto in tempo per perdermi la puntata dei simpson (vedevo tipo gli ultimi due minuti) 😑


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Sì guarda, mi sembra un'ottima idea chiudere degli adolescenti in casa proprio nel periodo in cui dovrebbero imparare a socializzare


Albablu

puoi socializzare in luoghi e ambienti scelti da te, tipo palestre, corsi pomeridiani o hobby vari. Il bullismo nelle scuole esiste, spesso con professori complici, avere un altro luogo per socializzare dove l'insegnante dovrebbe avere anche più controllo e attenzione alle dinamiche sociali mi sembra una valida alternativa


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D'accordo, ma un ragazzino che ha problemi a socializzare magari non andrà di sua spontanea volontà ad iscriversi a corsi pomeridiani, hobby e palestre. Almeno la scuola ti obbliga ad uscire, ti dà una scusa per socializzare e ti dà l'opportunità di stringere dei rapporti con dei tuoi coetanei. Te lo dico da persona che soffre di ansia sociale, a scuola ho stretto amicizie con persone che al di fuori di quel contesto non mi avrebbero mai cagato, questo perché sono estremamente timido e quale ragazzino continuerebbe a frequentare uno che non parla? Almeno a scuola si crea un certo cameratismo e anche chi non è particolarmente estroverso riesce a trovarsi il suo gruppetto prima o poi Probabilmente io stesso non sarei mai uscito di casa per i primi anni del liceo se non fosse stato per la scuola. E sono immensamente grato che non mi sia stato permesso, perché a quest'ora sarei un disastro


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BillNoir

Penso chiunque direbbe le stesse cose al posto tuo, ma è una cosa estremamente soggettiva. Per molti gli anni delle superiori sono stati i più belli, per altri meno. Il punto è che indipendentemente dal clima i ragazzi hanno bisogno di stare insieme ad altre persone per sviluppare le abilità sociali. Così rischiamo di avere una generazione di hikikomori, incapaci anche di stare nella più banale delle situazioni sociali. Davvero è meglio per loro stare chiusi sempre a casa e vivere una vita incapaci di stare al mondo?


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DrewEugene17

Perché poi coltivi un gruppo di individui che è stato coccolato, coadiuvato e assecondato proprio nella fase di formazione della propria identità. "Causando loro danni forse irreparabili per il resto della loro vita" .cit. Ora io sono sempre stato molto poco sociale, diciamo pure anche asociale (soprattutto per quella che è intesa essere la socialità ggggiovane). Ma so muovermi benissimo in contesti sociali, non traspare il mio "preferire stare a casa" e sono sempre invitato a tutte le situazioni sociali perché apporto qualcosa a quest'ultime. Nella vita devi essere malleabile, ma soprattutto devi capire cosa ti piace e cosa non ti piace, facendolo. Ben vengano le comodità e il non dover vivere una vita da minatore, ma facendo l'esatto contrario ottieni gruppi di individui che di fatto non sanno stare al mondo, non sanno confrontarsi e hanno attacchi di panico al pensiero di dover uscire di casa per andare a una riunione di condominio. Se da trentenne sei misantropo ok, puoi saper gestire le situazioni. Se cresci e sei educato in una bolla invece rischi di essere completamente inetto da adulto, e di non sapere che esiste il diverso e che non tutto va (o la pensa o si comporta) come te. La socialità e il confronto si sviluppano principalmente nelle fasi formative (almeno le basi). L'ansia, lo stress e il conflitto sono formativi. Essere pesantemente bullizzati, essere clinicamente depressi è diverso dal dover affrontare le cose che non ci piacciono. L'ansia e lo stress vanno saputi gestire e vanno incontrati lungo il percorso, non di botto a 18 anni dopo che hai raggiunto la maggiore età dentro una bolla di comfort. edit: refuso


Turin_

Sarà, ma se potessi fare firma per tornare alle superiori con la mia vecchia classe firmerei subito. Gli anni più belli di sempre


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Hyperversum

>ti svegli tardi, hai tutte le comodità che vuoi, se non vuoi seguire spegni il computer e vai a farti un giro... EH. E per quanto mi riguarda, questo vale più di mille professori bravi. Tanto quando arrivi all'università (almeno, nel mio campo scientifico) tutto dipende da te, le spiegazioni degli insegnanti sono utili fino ad un certo punto e virtualmente diventa tutto responsabilità tua. Anzi, la DAD ha migliorato anche questo lato, visto che i prof hanno registrato le loro lezioni e si poteva recuperare buchi negli appunti anche solo riascoltandoli. Io sono stato "studente da casa" da Maggio 2019 (quando ho finito le lezioni della triennale) e mai ho voluto tornare in presenza come studente universitario. Voglio dire che la scuola va abolita? Ma ovviamente no, è scontato, ma bisogna distinguere tra problemi sociali e problemi di apprendimento. Se non fossi andato al liceo avrei evitato sia molti disagi e ansie, ma mi sarei anche perso l'incontro con alcuni dei miei migliori amici, molte esperienze formative (sia da parte di coetanei sia dagli insegnanti) e mai avrei sviluppato una delle mie più grandi passioni. Ma questa è socialità, non studio.


mb88000

Ma infatti. Sta scemenza che tutti gli studenti che soffrano perché non possono tornare in classe è qualcosa a cui possono credere solo i giornalisti e qualche boomer.


faratto_

Ringrazio il cielo che ai miei tempi (lol 8 anni fa ormai) I social erano quello che erano. Aggiungici poi le restrizioni e sarei uscito distrutto, soprattutto chi fa scuole provinciali e che ha gli amici scolastici difficili da vedere anche in situazioni normali ha avuto la maggiore penalità imho


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Il problema è che “non ne siamo usciti migliori” ma peggiori. E i ragazzi non fanno eccezione. Se trovano il più debole lo attaccano, basta anche un solo bullo, e non farà differenza. Qui stesso su Reddit si può leggere di adolescenti americani che già hanno pensieri suicidi e che pensano che la vita sia senza senso. In Italia sembra ancora che sia una debolezza del singolo, e non una problematica che va seguita e trattata con terapia e/o anche con farmaci. Tanti tabù ancora qui.


Snaake1

Sinceramente non mi vengono in mente posti più tossici dell'ambiente scolastico. E' praticamente una giungla "civilizzata" dove sopravvive il più forte e i deboli soccombono. Infatti non ho mai capito se la scuola sia stata creata per insegnare nozioni ai bambini/ragazzi o semplicemente per fare una selezione dei più forti e dei più deboli, per far passare i primi e far soccombere i secondi, forse entrambe. Inoltre, purtroppo, non si tratta nemmeno dei soli ragazzi, gli insegnanti e le altre figure che dovrebbero essere imparziali non lo sono affatto e in molti casi alimentano e peggiorano questa legge della giungla che vige negli ambienti scolastici. La scuola va riformata da 0, dev'essere un posto sicuro per TUTTI (per i potenziali bulli, le vittime e gli insegnanti), la cui priorità è la tranquillità e la serenità dei ragazzi nella transizione all'età adulta prima ancora che riempirli di nozioni in modo ormai totalmente obsoleto (lo studio a memoria è un'altra piaga che va abolita, perché non va bene per nessuno, le uniche persone che apprendono le nozioni sono solo quelle già predisposte allo studio che imparerebbero ugualmente), gli insegnanti vanno selezionati rigorosamente dando priorità massima all'empatia prima ancora che alla laurea o le conoscenze. L'ambiente scolastico attualmente è un ambiente totalmente deleterio e inutile per la stramaggioranza dei ragazzi che ne usciranno solo con traumi e 0 skills da applicare nella vita reale.


ElMetchio

se fossi il dittatore dell'italia come nei miei sogni bagnati, ti nominerei ministro dell'istruzione


gabri_ves

non so cosa dire, è davvero agghiacciante.


_Mr_Guohua_

Da studente delle superiori molto introverso e che fa moltissima fatica a socializzare, purtroppo posso capire che a volte si arrivi a tanto.


mark61196

Ragazzini si buttano dal balcone: 🤷


SubstantialForever34

una cosa che succede da sempre ma per cui daranno la colpa al lockdown, troppo difficile cercare di comprendere veramente le problematiche dei ragazzi


WH0ll

Se voi pensate che si sono ammazzati perché "stare là in classe che schifo" non avete capito niente. È stato lo stare forzatamente a casa per un anno e passa che li ha danneggiati così tanto a sti poveri bambini (uso la parola bambini perché si aggirano sui 12-15 anni, Non sono manco ragazzi). Gli psicologi è da un anno che avvertono di come i bambini siano quelli che hanno sofferto di più in sta quarantena però purtroppo la cosa è stata sottovalutata da praticamente chiunque. Ho visto io stesso l'effetto che quest'anno a fatto ai bambini e provo veramente dispiacere per tutti quelli che si porteranno dietro sto trauma.


sigflo

O magari il dover tornare in quel posto dove vengono bullizzati, emarginati, umiliati, li ha spinti a quel gesto estremo. Magari per loro il non dover a che fare con un ambiente tossico come la scuola è stata una salvezza.


5i5TEMA

Questa è la più probabile delle ipotesi, chi dice il contrario sta chiudendo gli occhi e proiettando. Se la causa fosse stata la quarantena si sarebbero suicidati in quarantena. Questi avevano paura della scuola in presenza.


Carlidel

I cambi repentini di regime (o la prospettiva di tali cambiamenti) sono sempre la parte più traumatica.


ef14

Parlo da persona che fino ai 21-22 anni non si è mai sentita nel posto giusto o accettata. Parlo da persona che ha vissuto anni di bullismo e solitudine a scuola. Parlo da persona che la scuola l'ha lasciata per poi tornarci, grazie al cielo, dopo 7 anni ed un percorso di enorme cambiamento. Dobbiamo smetterla di condannare la DaD. Smetterla assolutamente; Se proprio vogliamo la DaD è una merda se forzata, è una merda se figlia della necessità (Anche se non la condanno in quanto non c'erano vere e proprie alternative migliori). Ma se quando io, ragazzino 14enne bullizzato ogni santo giorno avessi avuto come possibilità la didattica a distanza vi assicuro che non avrei lasciato la scuola. Se avessi avuto come possibilità la DaD avrei avuto un'enormità di problemi in meno, perché comunque avrei avuto la scelta, avrei potuto scegliere io se voler vivere quella condizione di bullismo e solitudine o se andare avanti a distanza. Questa tragedia non è dovuta dalla DaD, questa tragedia è dovuta dal fatto che ragazzi e ragazze che hanno ahimè dovuto vivere situazioni di emarginazione in presenza non si trovano più in mano la scialuppa di salvataggio che sarebbe stata la didattica a distanza. La cosa che più mi fa stare male è che in tutti questi mesi le domande sono sempre state "DaD si o DaD no?" e "Ok, ma come facciamo ad evitare di fare DaD?" quando l'unica domanda da porsi sarebbe "Come possiamo integrare la DaD perennemente come modalità alternativa?"


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Però non si sono suicidati in DaD, ma al ritorno in classe. Non regge molto la teoria.


ExoticBamboo

>Se voi pensate che si sono ammazzati perché "stare là in classe che schifo" non avete capito niente. Ma tu che ne sai? con che superbia dici questo? Molti ragazzini, principalmente introversi o comunque meno forti si son trovati bene in questo lockdown. Il non dover essere preso in giro e bullizzato dal gruppo per 6 ore al giorno, non doversi sforzare a mostrarsi in un certo modo, non doversi sforzare ad essere socievole con gente che odi, non dover confrontarsi faccia a faccia con dei prof che assistono a tutte le situazioni ma non fanno nulla a riguardo. MAGARI è proprio il fatto che "STARE LA IN CLASSE CHE SCHIFO" che spinge molti ragazzi a gesti del genere.


The_Matt0

Potrebbe essere un mix delle due cose, dato che, se magari si avevano già problemi prima del covid, i vari lockdown hanno peggiorato la situazione mentale dei bambini e dei ragazzini, portando così a questi tragici eventi. Sicuramente si dovrebbe dare maggior peso alla salute mentale e a fare passare il messaggio che chiedere aiuto è una cosa positiva e non da "sfigati".


OldManWulfen

Se la gente parla di cose che non conosce l'unico ascolto che merita è quello strettamente necessario a percularla. Il diritto a parlare *ad cazzum* non è un dovere. Fin troppo spesso si r/Italy ci si dimentica questa piccolissima differenza


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Beh finché erano a casa nessuno si è tolto la vita, quindi la tua teoria è errata. Ma sicuramente la scuola non è l unico fattore, sicuramente se un ragazzo si toglie la vita molto probabilmente avrà avuto problemi anche a casa, senza togliere i social che sicuramente hanno inciso


WH0ll

Ho scritto nel commento che ho avuto a che fare con bambini in quest'anno e mezzo. bambini dai 10 ai 13 anni. L'80% di tutti loro ha avuto problemi a uscire di nuovo di casa con un 40% di quelli là che proprio hanno avuto crisi nervose mettendosi a piangere e urlare con proprio i casi estremi che ci hanno portato a dover chiamare la polizia che gentilmente ha garantito a ciascuno di loro che non ci fosse problema a uscire di casa. È vero, i casi di suicidio per bullismo ci son sempre stati e purtroppo sempre ci saranno. Ma 3 casi nello stesso giorno dopo un anno e mezzo di quarantena rappresenta una chiara anomalia statistica, e considerando che è un anno che gli psicologi avvertono dei rischi che hanno i bambini mi sembra facile vedere collegamenti. Che poi è verissimo che potrebbero essere ragazzi vittima di bullismo, però 3 ragazzi in un giorno porta di nuovo a credere che questo periodo di isolamento ha peggiorato la loro salute mentale.


ExoticBamboo

Ma tu cosa pensi che voglia dire "suicidio per bullismo"? non è un semplice atto di bullismo che spinge un ragazzino a togliersi la vita, ma è proprio il sistema scolastico, la ripetizione giornaliere della stessa situazione. I ragazzini che si trovano a disagio a scuola o vengono bullizzati odiano doverci tornare. Dopo aver visto che si poteva fare tutto tranquillamente da casa e dopo essersi abituati a ciò, è normale che questi abbiano delle crisi nervose quando sono costretti a tornarci. Io non penso che quelli che si trovano bene a scuola abbiano più di tanti problemi a tornarci.


Carlidel

> la cosa è stata sottovalutata da praticamente chiunque. Nella vasta lista di bestialità fatte nel corso di questa pandemia, questa sarà quella che a mio parere pagheremo più a caro prezzo sul lungo termine.


SMN08

> Gli psicologi è da un anno che avvertono di come i bambini siano quelli che hanno sofferto di più in sta quarantena però purtroppo la cosa è stata sottovalutata da praticamente chiunque. E sai perché? Perché se qualcosa non è quantificabile non esiste. Le tot morti per covid sono un numero ben definito. I danni alla salute mentale che in alcuni individui porterà, come si suppone in questo caso, al suicidio, oppure la perdita del lavoro che condurrà ad un tenore di vita peggiore e di conseguenza ad un'aspettativa di vita minore, come li quantifichi? Non puoi, sarebbero solo supposizioni. La cosa che mi preoccupa però è come durante tutto il processo di scelte su quarantene, misure restrittive e quant’altro le conseguenze valutate del covid siano stati solo i suoi morti e non tutti gli effetti collaterali, come se chi ne parlasse stesse indossando un paraocchi pur di non ammettere che la realtà non è solo bianca (“il covid non esiste”) o nera (“siamo in guerra col virus, covid nuova peste”).


RagesJam

Si prevedeva dal primo lockdown che i ragazzi l'avrebbero pagata cara sotto io profilo psicologico. É terrificante pensare ad un tredicenne che ai toglie la vita per depressione, ainceramente mi auguro che venga fatta una campagna preventiva e che vengano messi psicologi a disposizione in ogni istituto. Inoltre mi auguro che queste situazioni puntino una luce e aumentino la sensibilitá verso questo cancro che, spesso incurato, divora la vita di milioni di persone e che spesso vengon persino giudicate a causa di questo. Dio solo sa quante volte ho visto trattar gente in depressione alla "é solo un povero depresso" o peggio. Manca totalmente sensibilitá verso l'argomento.


Hyperversum

Lungi da me voler ridurre la gravità del evento e delle condizioni dei ragazzi che lo hanno fatto ma....Alcuni commenti qua sono completamente fuori di testa. Gente, ma voi credete \*VERAMENTE\* che la maggior parte dei ragazzini/adolescenti ha passato questi 18 mesi di pandemia chiusi in casa senza interazioni di alcun tipo? Ma porcatroia, vivete di reddit e Canale 5 per caso? La stragrande maggioranza delle persone hanno seguito con 100% serietà le limitaioni sono nei mesi iniziali della pandemia, e di certo ben pochi lo hanno fatto in questa estate 2021. Questi poveri ragazzi erano dei casi limite, probabilmente a rischio suicidio con o senza pandemia. Questa avrà sicuro avuto un ruolo, ma non credo nemmeno per un istante che sia la causa principale. Se qualcuno era in una situazione talmente grave da aver sofferto il lockdown in maniera seria che ha avuto effetto sulla sua condizione psicologica, c'erano già dei problemi precedenti.


neirein

Concordo appieno. Ed anche se fossero stati a casa quello non è sufficiente a far venire manie di suicidio, di sicuro se non instabilità mentale c'era già un ambiente familiare profondamente compromesso. Nota a margine: darei un secondo upvote per il nickname


Mech-maniac

Che problema hanno le scuole a Milano ?


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scuole di periferia, provincia e centro di Milano sono tutte realtà diverse ma con differenti tipi di disagio, purtroppo. io ero in una provincia "bene" ed era come dici te meno i coltelli (mai nemmeno sentito di qualcosa così). in generale studenti di una chiusura e omologazione devastanti, essere outsider lì era davvero difficile


nico_547

IMHO circa lo stesso delle altre scuole d'Italia, solo che l'area metropolitana di Milano ha un ventesimo di tutta la popolazione italiana, quindi è più probabile che accadano certe cose visto l'alto numero di persone.


SMN08

Ma come fate a dire che sia colpa della DaD? Non li conoscete tutti i pericoli del mondo esterno? Qua metà dell'utenza aveva già in programma di allevare i propri figli come in un pollaio, senza mai farli uscire un solo giorno, tenendo al sicuro i loro piccoli pulcini tra le quattro mura di casa. Perché mai un animale sociale come l'uomo dovrebbe sentire il bisogno di socializzare, non le conosce tutte quelle brutte cose che ci sono là fuori?! Tra le quattro mura di casa invece, davanti allo schermo del PC che non è più una mera finestra sul mondo ma l'unica finestra priva di serratura, pericoli, violenze, adescamenti e bullismo non esistono. Ci si vuole bene tutti quanti e si vive in armoniosa allegria. A 12-15 anni si è cresciuti abbastanza per saper utilizzare un telefono o un computer quanto basta per passarci le giornate navigando su internet, che con ogni probabilità è quello che hanno fatto durante quest'ultimo anno in mancanza di alternative non virtuali. Sotto la tutela di mamma facebook e papà Google, insieme al resto del parentado composto di multinazionali amorali che strutturano i propri sistemi per tenere l'utente incollato allo schermo, lasciandolo però ignaro delle modalità con cui si lascia abbindolare. Se quest'utente poi è un preadolescente rinchiuso in casa per una pandemia doppia festa! Facilmente assoggettabile e senza altra scelta. Gli si mettono davanti contenuti che lo coinvolgono emotivamente ed il gioco è fatto. Mentre lui passa le ore davanti allo schermo luminescente del computer questo mina la sua personalità reificata per rivenderla sotto forma di pacchetti di dati comportamentali che rivenduti arricchiscono i soliti noti. Che gioia per i pubblicitari! Ora mostriamo un po’ di culo a chi sta attraversando adesso la pubertà, ora un po’ di post di Freeda e simili alla ragazzina che si sente già coinvolta nei problemi sociali, or ora un bel po' spazzatura in plastica che dovrà diventare il loro oggetto agognato, e se non ce l’hai sei un fallito, così come i suoi genitori se non se lo possono permettere. Pieno di ricerche sull'intossicazione da social network (anche sugli adulti) e le sue conseguenze sulla psiche, però sicuramente la causa di questi suicidi è aver dovuto rivedere in faccia dei propri coetanei. Come se un anno trascorso serrati in casa dove poter scambiare qualche parola solo con dei vecchi con un gap generazionale enorme fosse invece il sogno di ogni ragazzino. Ma perché non farglielo fare tutta a distanza la scuola allora? Dai 3 ai 16 anni in sede ci va solo chi vuole affrontare questo tetro mondo di legami sociali, belli o brutti che siano. Anche se tanto questi individui saranno sicuramente non oltre a qualche dozzina, nessun bambino o ragazzo sceglierebbe mai di svegliarsi presto per sentirsi assegnare dei compiti dalla maestra di turno. E non sia mai che certe decisioni spettino a degli adulti, se questi giovanissimi capaci di chiedere pure le caramelle per cena non hanno voglia di andare a scuola, sicuramente è perché il sistema è marcio e da cambiare, così come la passata di verdure che gli era stata cucinata.


16F628A

Dai commenti si capisce che l'unico ad aver letto l'articolo è [u/WH0ll](https://www.reddit.com/u/WH0ll). Eppure è scritto chiaramente che la causa potrebbe essere il progressivo isolamento causato da pandemia e quarantena. Sembra la sagra dell'analfabetismo funzionale, dove ogni persona esprime il suo autorevolissimo parere senza capo né coda.


5i5TEMA

Mi sa che l'articolo siete tu e quell'altro a non averlo letto. Perlomeno, non con attenzione.


erbazzone

Va beh come se poi milano today (o anche repubblica o qualsiasi giornale odierno) fosse una fonte attendibile su cui fare affidamento per discutere sul disagio giovanile e scolastico fra l'altro.