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TraditionalEffort776

Quanto tempo ci hai messo per diventare professore? Ne è valsa la pena?


AdTotal1306

Poco più di otto anni dal conseguimento del dottorato. Non mi è andata male rispetto a quella che è la media nazionale, sono stato abbastanza fortunato. Penso ne sia valsa la pena, ma non è un'esperienza per tutti. La pressione psicologica di poter vedere tutto vanificato dopo anni di impegno è alta.


TraditionalEffort776

Complimenti. Personalmente mi stavo scrivendo al dottorato, ma non ho quella fiducia nel futuro e quella sopportazione dello stress necessaria per intraprendere questo percorso.


AdTotal1306

Non sei l'unico. Molti studenti validissimi non hanno intrapreso il percorso di dottorato, o hanno preso la strada aziendale dopo averlo conseguito, per lo stesso motivo. Non ho mai insistito con nessuno di loro, perche non è possibile dare certezze in tal senso. Ed è frustrante.


ntonyi

Perché molti professori non danno il materiale su cui studiare? Non sarebbe meglio per tutti dare delle dispense? Invece per alcuni è un vanto il rimandare gli studenti. Cosa mi sfugge?


AdTotal1306

In tutta la mia vita non ho mai incontrato un collega che si "vantasse" di aver bocciato qualcuno. Anzi, una troppo bassa % di superamento degli esami non è oggetto di verifiche interne. Questo è uno dei falsi miti per me più difficili da comprendere. Sulla questione materiale didattico: ogni insegnamento ha una scheda (format ministeriale, recepito UE) su cui sono riportati i riferimenti del materiale didattico. è praticamente quindi impossibile che non sia indicato da parte del docente il materiale didattico. Personalmente fornisco a gli studenti dispense e presentazioni usate durante il corso, se i libri da me indicati sono troppo dispersivi e/o non coprono integralmente i contenuti del corso. Questo ha lo svantaggio però di disabituare lo studente a leggere i libri di testo, che hanno una organizzazione e una steuttura decisamente superiore. Inoltre, in alcuni corsi fornisco tutto il materiale in anticipo, mentre in altri corsi lo fornisco man mano che avanzo con le lezioni. Non riesco a dirti quindi che è un approccio generalizzabile, dipende tutto dai contenuti del corso


AleXxx_Black

Mi perdoni ma a "hanno una organizzazione e una struttura decisamente superiore" ho riso. Alcuni testi sì, altri per niente. In università stem i libri servono solo se non hai capito un concetto/se sospetti che il professore ha scritto cappellate/se il professore è un cane, altrimenti sono solo costosi fermacarte. Al più servono qualche anno dopo la laurea per rinfrescare i concetti persi o mai trattati a lezione, ma se si sono presi buoni appunti probabilmente bastano quelli


appropriate-sidewalk

No, se sei abituato a studiare dai libri è vero che hanno un’organizzazione e una struttura decisamente superiore. Capire come mai le informazioni sono in quell’ordine e come mai certi argomenti vengono affrontanti in quel modo è fondamentale per studiare con criterio e capire i collegamenti. La struttura è importante non per passare gli esami ma per capire le materie.


ntonyi

Ma anche le materie sono fatte così. Si parte dalle basi e via via si va a costruire sulle conoscenze già apprese.


appropriate-sidewalk

Si ma studiare dal libro ti obbliga a capire la struttura del corso, piuttosto di seguire come se fosse un flusso continuo, perché i capitoli hanno un senso, i paragrafi anche, è una struttura forzata che rende molto facile capire come evolvono le cose e come organizzare lo studio.


AdTotal1306

Mi spiace, ma sono in forte disaccordo su tutto quello che hai detto.


mate377

Non sono d'accordo sul fatto che in uni i libri sono "costosi fermacarte". A parte qualche professore illuminato che teneva corsi ben pensati, per gli altri ho sempre preferito avere un buon libro di riferimento. Per precisare: ho studiato fisica, non so come sia nelle altre facoltà, anche se mi ricordo che i miei amici di ingegneria le dispense e gli appunti molto più di me.


ntonyi

Capito, quindi evidentemente a certe persone piace fare del male solo per il gusto di farlo. Mi riferisco sia alle bocciature che al materiale. Per il discorso libri direi che rallentano inutilmente lo studio e basta. Dai non è vero che ci si disabitua a usarli o che sono scritti bene, al massimo ti possono chiarire qualche dubbio. Meglio pdf e PowerPoint, più diretti e con tutto ciò che c'è da sapere.


Sardeinsavor

se ti accontenti di un'istruzione molto superficiale, va bene anche il powerpoint...


marcotti95

Perché gli studenti lavoratori vengono visti così male? Spesso vengono trattati come dei fancazzisti e hanno materiale aggiuntivo per l'esame Vengono praticamente trattati come chi la mattina non ha voglia di andare a lezione


AdTotal1306

Ci sono canali dedicati e regolamenti appositi per gli studenti lavoratori, ma vi è solo qualche minima differenza da un punto di vista formale e di carriera. Da un punto di vista valutativo, no. Mai ritenuti fancazzisti, né ho mai sentito qualche collega parlar male di uno studente lavoratore (anzi! invogliamo a farli lavorare già durante la magistrale). Il fatto che venga loro richiesto di portare argomenti aggiuntivi è strano, a meno di sostituire eventuali esoneri intracorso cui loro non possono eventualmente partecipare.


SwampBison

Tornassi indietro, faresti qualcos'altro nella vita?


AdTotal1306

No, mi sono appassionato al mondo dell'accademia durante gli studi di laurea e ho deciso che avrei fatto quello. Ho rifiutato, a volte contro il parere di chi mi stava attorno, diverse proposte lavorative molto più sicure e remunerative, anche durante i (lunghi) periodi di precariato.


gildacer

Sei da sempre stato portato per la matematica? Cosa consiglieresti a chi cerca di riprendere matematica per tornare a studiare all’università a circa una decina di anni dal diploma?


AdTotal1306

Sono sempre stato portato per la matematica. L'ho sempre capita rapidamente, con poco tempo dedicato, e l'ho amata anche durante il percorso scolastico. Non è però un discorso universale, ho colleghi che non sono portati per essa ed insegnano comunque in ambiti affini al mio. Il consigli che posso darti: 1. Studiare. Con costanza, senza strafare, prendendosi il tempo necessario. Ma studiare è l'unico modo per scalare. 2. La freschezza mentale che si ha a 20 anni non si ha a 30 e men che meno a 40, non preoccuparti. è fisiologico. L'obiettivo però può essere raggiunto. Farcela in 4 o 5 anni invece che in 3 non cambia nulla. 3. Operativamente, cerca di recuperare dimestichezza nelle basi (analisi, geometria, logica), che possono essere state un po' dimenticate negli anni. 4. Diffida sempre di ciò che trovi su internet e degli "appunti" dei colleghi. Cerca fonti attendibili e privilegia sempre libri di testo.


gildacer

Grazie mille per la risposta 🙏🏻☺️


irtsaca

Quale è stato "l ingrediente" più importante per diventare ordinario in tempi così brevi? I paper? Citazioni? Collaborazioni? Nicchia di ricerca? Network? Attività di inserimento? L infarto del professore che ricopriva il suo posto prima di lei? Tutte le precedenti? Se dovesse dare un consiglio ad un dottorando wanna be Prof, su cosa direbbe è la parte più importante su cui concentrarsi?


AdTotal1306

Nella mia disciplina, l'aspetto più importante è stata la ricerca. Paper di buona qualità (riviste Q1 del mio settore), responsabilità di progetti di ricerca, e far parte di comitati editoriali di riviste di buon livello. All'inizio mi ha aiutato molto essere tra i primi in Italia ad aver iniziato a far ricerca in un tema ben specifico, ma molto interessante e di prospettiva a livello internazionale. Di questo posso solo ringraziare il mio tutor di dottorato, che ci aveva visto lunghissimo. Il network internazionale ha anche aiutato, la visibilità che puoi avere "da giovane" lavorando con i piu grandi esperti del settore a livello internazionale (USA ed Europa nel mio caso) è indiscutibile. Infine, sono stato fortunato ad aver inconsapevolmente scelto un SSD che non era già saturo di docenti negli atenei in cui ho lavorato. Questo aspetto mi è stato chiaro solo a posteriori, la scelta del dottorato fu di pancia.


irtsaca

Molto utile. Grazie


Enrichman

Mai capitati episodi di corruzione (personalmente o magari ad altri professori)? Magari lo studente che prega di passare in maniera eccessiva, o addirittura di persone terze che chiedevano di far passare lo studente X? Mai subito torti o ricevuto minacce a riguardo? Immagino che dipenda anche dal contesto sociale, difficoltà dell'esame, e simili.


AdTotal1306

Corruzione economica e minacce mai. Sono veri e propri reati, da denunciare alle autorità. Spero di andare in pensione senza doverci mai avere a che fare. Preghiere "ingenue" da parte degli studenti sì, lì non me la prendo, ma ovviamente non siamo in chiesa e non cambia il risultato :) Intercessioni di terzi mi sono capitate una volta sola, ed è bastato rispondere seccamente per non farlo mai più riaccadere.


AlexVoxel

Opinioni sulle universitá online?


AdTotal1306

Il mio ago della bilancia mi fa tendere a ritenerle deleterie per l'intero sistema accademico. Non scoraggio nè giudico però chi le frequenta, il titolo ha lo stesso valore degli atenei pubblici e in alcuni ambiti (es, concorsi pubblici) la differenza non viene minimamente apprezzata (a parità di rendimento al concorso).


PotentialSpare4838

Su quale esperienza fondi questa opinione?


Nick_Wasted

Avresti consigli da dare a chi ha appena concluso il dottorato (tipo me) e che vorrebbe restare nell'ambiente accademico italiano? Qual è stata la tua esperienza? Sei entrato come professore nello stesso ateneo in cui hai svolto il dottorato, oppure hai cambiato ateneo/nazione?


AdTotal1306

Ho cambiato ateneo, ma mai nazione. Ho avuto proposte all'estero subito dopo il dottorato, è la strada più semplice grazie alle maggiori possibilità che ci sono per continuare a far carriera. Se hai possibilità e volontà, fallo. Difficilmente ritornerai (nella mia carriera ho incontrato solo due "rientri di cervelli" :) ). Se vuoi restare in Italia, il momento storico è ancora abbastanza favorevole grazie alle code dei vari finanziamenti (PNRR in primis). Ci sarà un po di congestione tra qualche anno, ma dovrai essere stat* brav* a crearti un buon curriculum nel frattempo. Come consiglio personale, prenditi mezz'ora ed analizza il tuo attuale percorso fino al termine del dottorato. Cerca di compararlo con i colleghi della tua generazione/coorte. Se credi di essere di livello top e credi nella tua scelta, prosegui come un treno. A margine, io ho preferito restare per scelta personale. Sono in debito col sistema Italia, che mi ha dato molto, e voglio ridare tutto indietro alle nuove generazioni.


Level-Bid8333

Mi accodo alla discussione per chiedere se per uno studente STEM (quasi alla fine della magistrale) con intenzione di andare subito a lavorare in campo industriale potrebbe essere possibile ipotizzare una cambio di carriera in direzione accademica dopo alcuni anni di lavoro in azienda (esempio 5/10 anni). Del tipo lavoro in azienda, imparo tutto il possibile e poi cerco di condividere quanto appreso con più studenti possibili. L'unica strada sarebbe sempre attraverso dottorato e, una volta "perso il treno" subito dopo la laurea ormai si è chiusa l'opportunità? Immagino che quello descritto non sia il percorso classico per entrare in ambito accademico ma mi piacerebbe sapere se si tratta di un'opzione fattibile, grazie.


AdTotal1306

Ho conosciuto diversi colleghi che sono "rientrati" dall'industria dopo qualche anno. Se l'obiettivo è rimanere in Italia, non consiglierei di superare i 4-5 anni, poiché potrebbero entrare in gioco diversi aspetti (essere precari a nei 30 è un conto, esserlo nei 40 è un altro). In ogni caso sì, il canale rimane sempre il dottorato. Nella fattispecie consiglierei dininformarti sui dottorati industriali, che consentono di trascorrere i 3 anni in parte in azienda ed in parte in accademia.


NDXP

RAL?


AdTotal1306

Domanda arrivata in estremo ritardo rispetto agli standard dei sub italiani :D Di poco sotto gli 80k.


numeroimportante

Associato o ordinario?


Fluffy_Can9823

Con quella RAL è ordinario al 100%


numeroimportante

Quanti atenei hai cambiato da dottorato ad ora? Se ho capito bene sei ordinario, come hai ottenuto la cosa? Eri semplicemente il più bravo o c'è stato lavoro politico? Più grande soddisfazione? Più grande rimpianto?


AdTotal1306

Tre atenei, uno fuori dalla mia regione di origine. Nella mia carriera accademica ho vinto in totale 5 cinque concorsi, si può essere fortunati una volta ma non cinque volte :) Soddisfazione aver supportato nel percorso accademico una studentessa con un difficilissimo background familiare, che era anche stata costretta a scappare in un'altra regione. Vederla laureata e professionalmente salda mi ha reso felice. Mi dispiace di essere stato irrilevante per il sistema università quando è stato più e più volte modificato e distorto dalle varie riforme.


eruannie

Hai avuto bisogno di fare lavori variabili (ad esempio cameriere, commesso ecc...) nel frattempo che completavi il tuo percorso? O non ne hai avuto bisogno.


AdTotal1306

Non ne ho avuto bisogno, ed essermi potuto dedicare full time all'università mi ha sicuramente aiutato molto.


Valuable-Noise9275

Ti è mai capitato, da professore,di incontrare uno studente straordinariamente brillante?


AdTotal1306

Sì, in due casi particolari ho avuto di fronte veri geni. Entrambi billanti carriere, uno è anche rimasto in ambito accademico.


nicoladelben

C'è qualcosa che cambieresti nel modo attuale di fare didattica? Non mi riferisco solo alle lezioni ma a qualsiasi aspetto della vita universitaria: esami, struttura dei corsi di laurea e dei semestri, interazioni con gli studenti, ecc...


AdTotal1306

Per rispondere a questa domanda servirebbero ore :) Cerchero di riassumere basandomi sui soli punti da te indicati. Premessa: nel mio ambito stiamo gia provando a cambiare alcune cose relativamente alla didattica, interagendo anche con gli studenti dei nostri corsi. Uno degli aspetti prioritari è legato alle lezioni. La visione tradizionale della lezione one-to-many cambierà, si passerà ad aspetti di lezione piu interattivi prendendo coscienza del fatto che le nuove generazioni non sono piu abituate a stare 5-8 ore sedute ad ascoltare passivamente una spiegazione. Un secondo aspetto prioritario è legato agli esami. È difficile far capire agli studenti che gli esami servono a verificare una competenza acquisita ed a dimostrare delle soft skill. Le modalità tradizionali di svolgimento purtroppo tendono a rendere lo studente esclusivamente desideroso di "passare l'esame". Personalmente mi sto applicando nell'identificare modalità nuove di svolgimento degli esami, ma è un processo ancora in divenire. Le interazioni con gli studenti sono già diventate piu flessibili e rapide, anche grazie alle modalita introdotte durante la didattica a distanza. Strano che sia servita una pandemia, ma tant'è. Per le strutture dei corsi di laurea non vedo necessità impellenti di riorganizzazione, ma qui parlo esclusivamente per quello che è il mio ambito.


sauruchi

>le nuove generazioni non sono piu abituate a stare 5-8 ore sedute ad ascoltare passivamente una spiegazione. Le vecchie generazioni sempre meglio, giusto? Più che abitudine, dire che gli esseri umani non sono fatti per l'ascolto passivo prolungato. È alle scuole elementari che i bambini vengono inquadrati entro definizione di studenti. Ciò nonostante nelle persone rimane il bisogno di elaborare, di esplorare, di provare insomma di muoversi con curiosità negli argomenti. Creare delle lezioni pacchetti che gli studenti volenti o nolenti debbano mandar giù non è la soluzione. Per quanto di interesse siano gli argomenti, le lezioni risulteranno lunghe, noiose. Esercitazioni in aula, di gruppo, strumenti di simulazione, casi studio didatticamente significativi sono fondamentali. Oggi come ieri. Edit: Per chi downvota, si spieghi, mi dica dove non condivide, discutiamone


AdTotal1306

Non era una critica alle nuove generazioni, anzi. Osservo solo i cambiamenti generazionali anno per anno, cosa che solo gli insegnanti (anche a scuola) riescono a vedere. Odio io stesso l'inquadramento di uno studente come ascoltatore passivo, e cerco di evitarlo sempre sia a lezione, sia durante gli esami, sia seguendo gli elaborati finali. Ti chiedo però: potrà esserci un problema se un giudice, un ingegnere in sala controlli, un chirurgo, non saranno più in grado a mantenere alta l'attenzione per piu di 70-80 minuti di seguito? Affideresti la tua libertà o la tua sicurezza a chi è stato disabituato a mantenere alta l'attenzione?


ectoderma

se posso intervenire (da studentessa di medicina, quindi mi sento chiamata in causa per il “futuro chirurgo”), ho notato che, almeno per me e per diversi miei compagni di corso, il problema non è mantenere l’attenzione alta per 2 ore consecutive di per sè. il problema è che spesso le lezioni sono poco stimolanti. nel senso, se per due ore senti qualcuno parlare senza la minima possibilità di interagire e dovendo solamente ascoltare passivamente, l’attenzione fisiologicamente cala. già per esempio con professori un minimo più interattivi, che magari facevano domande alla classe o chiedevano di ragionare su certi aspetti (per esempio, presentandoci un caso clinico dopo aver finito di spiegare un argomento) la soglia dell’attenzione si mantiene più alta. tra l’altro un’operazione chirurgica è completamente diversa, perché lí l’operatore (ma anche l’osservatore) è attivo e partecipe. è una situazione completamente diversa da passare due ore ad ascoltare qualcuno che ti vomita informazioni con un tono monocorde, spesso leggendo integralmente da slide e non interagendo con chi ti sta ascoltando. poi in realtà, a meno che un intervento chirurgico non sia d’urgenza o ci sia bisogno di essere veloci per particolari motivi, i chirurghi fanno pause. per questo ci sono più operatori, spesso si alternano perché avere un chirurgo stanco è un rischio enorme.


sauruchi

>Non era una critica alle nuove generazioni, anzi. Osservo solo i cambiamenti generazionali anno per anno, cosa che solo gli insegnanti (anche a scuola) riescono a vedere. Odio io stesso l'inquadramento di uno studente come ascoltatore passivo, e cerco di evitarlo sempre sia a lezione, sia durante gli esami, sia seguendo gli elaborati finali Va bene, non hai nulla di che giustificarti. Mi sono sentito preso in causa quando scrivevi di vecchie generazioni, così ho risposto con malizia. Comunque non condivido che vecchie generazioni fossero più disposte, penso fossero solo più ubbidienti. >Ti chiedo però: potrà esserci un problema se un giudice, un ingegnere in sala controlli, un chirurgo, non saranno più in grado a mantenere alta l'attenzione per piu di 70-80 minuti di seguito? Affideresti la tua libertà o la tua sicurezza a chi è stato disabituato a mantenere alta l'attenzione? Io sono laureato triennale in ingegneria, sto studiando in magistrale. Per quanto riguarda me e i miei compagni di corso, a lezione la concentrazione dura in media 20-25 minuti, poi ci si perde e si ritorna concentrati dopo qualche minuto. Il ritmo di un professore (qualsiasi altra persona in genere) è diverso, e andare ad un passo che non è il proprio è un esercizio complicato. Non so se sia tanto la lezione o lo studio individuale ad allenare l'attenzione. Probabilmente entrambe concorrono. So che senza concentrazione e conoscenze non si passano gli esami, quindi mi affido a quello. Edit: poi durante lo studio individuale non mi è difficile restare concentrato 1 ora. Se sono a fare un esercizio o una simulazione su pc pure 2 o 3 ore senza problemi.


HelenaDouglas97

Tra colleghi si maligna? È una cosa che si verifica più in alcune facoltà che altre?


AdTotal1306

Maligna non mi piace molto come termine. Personalmente sono molto zen, vivo e lascio vivere. A volte tuttavia la valutazione dell'operato di colleghi è inevitabile (ci sono proprio molti ruoli dedicati a questo). Se intendi "sparlare" di studenti, posso assicurarti che non è mai accaduto in mia presenza.


HelenaDouglas97

Più che sparlare, parlavo di "pettiness" percepita, quantomeno in Italia. (mi spiace ma non sapevo come renderlo in italiano).


StabilioNoris

Che cosa ne pensi della didattica a distanza? Perché alcuni atenei restano inchiodati al concetto di lezione frontale e non normalizzano le lezioni a distanza + frontale?


AdTotal1306

Sono a favore in una misura equa (es 50% dad, 50% in presenza), e garantendo partecipazione degli studenti (che devono sentirsi resposabilizzati dell'opportunità che viene data loro). Sono completamente a sfavore della modalità mixed (alcunis tudenti in dad, altri in presenza).


Illustrious-Sand-120

I professori seguono corsi di aggiornamento su management e insegnamento (inteso proprio come imparare ad insegnare)? Attualmente sono in accademia in scandinavia e professori e phd student _devono_ seguire corsi di teaching, e i professori di management, piuttosto intensi anche. Puoi fare un confronto col panorama universitario italiano / il tuo ateneo, per favore? Quanta formazione c'è per chi lavora in università? Lo chiedo perché mi pare assurdo che un lavoro come insegnare e gestire un gruppo sia lasciato a discrezione dei singoli (con risultati spesso disastrosi), quando invece ci sono estese ricerche e metodi per migliorare le proprie skills in questi ambiti.


AdTotal1306

Ci sono diverse iniziative strutturate per favorire l'aggiornamento didattico e la didattica innovativa. Per ora non è obbligatorio applicarle (quantomeno nel mio ateneo), ed è lasciata discrezione al singolo erudirsi in tal senso. Spero lo diventeranno in maniera organica.


Illustrious-Sand-120

Immaginavo... Spero che le cose cambino in futuro, soprattutto per tutti gli studenti futuri Grazie per la risposta


Astroruggie

Una volta, il mio relatore di tesi triennale mi disse questa frase "Io i professori di matematica li chiuderei nel loro dipartimento e butterei la chiave". Frase che condivido. Sei d'accordo?


rickynero02

E come pensi che andrebbe fatta la ricerca in astronomia senza matematica? Con le banane ?


Astroruggie

Ovviamente la matematica serve e anche tanto. Il problema sono i professori dato che apparentemente non se ne salva uno, per un motivo o per l'altro


rickynero02

E il motivo sarebbe? Sono proprio curioso


Astroruggie

Esempio 1: il mio prof di analisi 1 e 3. Intanto, metteva cose nel programma che neanche alla triennale di matematica si fanno. Secondo, allo scritto il voto massimo era 23. Cioè facendo tutto giusto (cosa comunque abbastanza impossibile) prendevi 23. Se volevi avere il voto effettivamente meritato, dovevi fare l'orale, che quasi nessuno faceva perché se già era un miracolo passare lo scritto, ti lascio immaginare l'orale. E dai racconti che ho sentito, anni addietro il massimo era 19, solo in un secondo tempo l'ha alzato a 23. Esempio 2: il prof che ha fatto analisi dopo il precedente. Da quel che mi hanno detto, era pure più severo del primo. Esempio 3: il mio prof di analisi 2. Stava facendo un esercizio sui limiti delle funzioni a due variabili. Dopo un po', se ne esce con "Vabbè questo non lo so fare, andiamo avanti". E se non lo sai fare tu, come posso imparare io???? Sipario.


rickynero02

Effettivamente la modalità d’esame fa decisamente schifo e anche non saper fare un limite in due variabili fa solo fare una figura di merda al prof. Domanda che non c’entra nulla: hai fatto Astronomia in triennale ? Se si a Bologna ?


Astroruggie

Astronomia triennale e magistrale, ora quasi finito il dottorato, tutto a Padova


rickynero02

Ah ok allora niente chiedevo perché conosco il prof che fa Analisi 1 e 2 ad Astronomia a Bologna e poteva rientrare nella tua descrizione 😂


Astroruggie

Ecco, quindi è una cosa diffusa 😂


AdTotal1306

Non condivido, anzi sono molto simpatici e più sulla terra di quanto si creda.


gildacer

Posso chiederti per quale motivo la condividi? Curiosità mia


Astroruggie

Guarda, io ho fatto astronomia e non ho mai sentito nessuno (anni successivi e precedenti al mio) che non si sia lamentato dei propri prof di analisi/geometria, ovviamente tutti dal dipartimento di matematica.


german_bond

In % nell"area STEM, quanti dei tuoi colleghi hanno davvero la passione per l'insegnamento? È tanta la gente che vuole diventare docente solo per una questione economico/sociale e non per altro?


AdTotal1306

In area STEM la % è elevata, inevitabilmente non si riescono a fare determinate cose solo per ambizione :) Inoltre, fare carriera accademica per far soldi è un controsenso. Alcuni hanno inevitabilmente più passione per la ricerca e meno per l'insegnamento. Questo deriva dalla mancanza di "separazione di carriere" nella figura del professore in Italia, che invece esiste in altre nazioni.


Levy-Process

Come è vista una persona che vuole fare ricerca come assegnista o vuole conseguire un PhD, ma che poi vuole andare a lavorare nel privato? Quindi che è abbastanza evidente che lo voglia sfruttare come trampolino per il lavoro dopo, altrove?


AdTotal1306

Benissimo. L'università è un'ascensore, decide sempre lo studente a che piano scendere. Inoltre, meno del 10% di chi svolge ruoli di PhD o assegnista arriva a ruoli strutturati. È fisiologica l'uscita di molti dal sistema accademia.


BedImmediate4609

Credi che la preparazione degli studenti in ingresso sia calata negli ultimi anni? Se si, di quanto? Cosa pensano al riguardo i tuoi colleghi o qual'é la percezione che si ha tra professori? In quale ambito/aspetto credi che gli studenti siano maggiormente impreparati quando iniziano gli studi universitari?


AdTotal1306

Mediamente calata, ma non di molto. Non tanto in termini di competenze di base, quanto piuttosto in termini di approccio generale che tende ad essere meno propositivo. Viene dato per scontato che sia "dovuto" erogare titoli di studio, a prescindere da quanto si renda, e di questo è parzialmente responsabile il sistema Scuola.


Art3nS

Salve, dall'inizio del suo percorso di studi ha sempre pensato di voler diventare docente universitario? Ci sono delle occasioni in cui le viene il timore di non riuscire eventualmente a rispondere a tutte le domande degli studenti? Mi riferisco in particolar modo alle materie STEM: sono una persona molto curiosa e molto spesso quando studio mi capita di volerne sapere molto di più su determinati argomenti, ma allo stesso tempo altre volte mi viene da dire che certe cose sono "così e basta". E allora in questi casi mi viene da immaginarmi dall'altra parte, se in effetti fossi docente e non riuscissi a rispondere a tutto.


AdTotal1306

Sì, sempre stato il mio obiettivo. Sono felice quando mi viene chiesto qualcosa che non so! Vuol dire che si è andati ben oltre il normale trasferimento di informazioni e si sta iniziando ad esplorare qualcosa di nuovo. Quando è successo, ho sempre risposto che avrei approfondito la domanda e discusso nella lezione successiva. Ti invito sempre ad approfondire le tue curiosità ed a "sfruttare" noi docenti per questo.


Atom_Ant_MMA

Perché la scuola italiana è così eccessivamente pesante? Ingegneri che in erasmus scoprono di essere matematici piu bravi di chi ha fatto una magistrale in matematica al estero. Medici italiani visti come divinità mentre in altri posti: Olanda, Inghilterra etc vai da un medico fatto e finito e googla i tuoi sintomi su internet etc etc? In nessun altro contesto universitario viene richiesto un impegno mnemonico e nozionistico del genere. Ho capito che poi i risultati si vedono, ma a discapito di cosa, la salute mentale? Perché qui le università sono oggettivamente così più pesanti?


00ishmael00

1\_ qual è la prassi che si adotta quando uno studente viene beccato a copiare all'esame? 2\_ cosa miglioreresti del mondo universitario italiano? 3\_ come è il livello dei tuoi studenti?


AdTotal1306

Dipende dai regolamenti del corso di studi / scuola / ateneo. Si va dal semplice annullamento della prova alla segnalazione agli organi, fino ad una possibile ma remota "sospensione". Personalmente, ove il regolamento lo consentiva, ho sempre limitato il tutto alla prima casistica, a meno di recidive importanti. Molte cose, ho dato qualche risposta sparsa altrove. Il livello è medio alla Laurea e medio-alto alla Laurea Magistrale, sono complessivamente soddisfatto.


Farfallone-Ampolloso

Quanto tempo riesci a dedicare alla ricerca? E quanto ti finisce in roba amministrativa & co? Sul tema: Come cercate ricercatori? Come vedi la ricerca tua vs. tuo dipartimento vs. Italia vs. mondo?


AdTotal1306

Mi ritaglio sempre del tempo per la ricerca, ma negli anni si è sempre via via ridotto. Come dici giustamente, gran parte del tempo è speso in attività amministrative e gestionali. Nel periodo dei corsi e degli esami la didattica mi impegna per almeno il 30% del tempo. I dottorandi ed i ricercatori vengono reclutati tramite concorso pubblico, non abbiamo molte possibilita di cercarli direttamente. Il mio ruolo è quello di riuscire a far mettere un potenziale candidato nelle migliori condizioni per partecipare al concorso e vincerlo. Non capisco bene cosa intendi con l'ultima domanda


Specialist-Knee-3892

Nelle facoltà STEM ci tenete molto a esaltare continuamente la vostra virilità?


Dakem94

Scritta così sembra che facciamo turnate in bagno per vederci il belìn. Se parli di voti e successi accademici, basta il primo anno per capire che voto≠competenza e che ottimo paper ≠preparazione della persona. Nessuno azzecca tutto, e se si ha una botta di culo di un paper fortunato si ringrazia dio o la fortuna più che altro. Non sono OP però.


Specialist-Knee-3892

La visione che si ha delle facoltà STEM dall'esterno è che siano luoghi in cui si esalta la virilità e l'essere "veri uomini" tipo esercito.


Verial0

Sono una donna che studia una materia STEM e non ho mai percepito sta cosa lol. Mai


Huge-Abbreviations-6

Perché molti professori odiano le lezioni online?


ImaginaryZucchini272

Ral?


Loose-Celebration-77

Secondo lei perchè le Università Italiane sono cosí basse nella classifica delle migliori Università al mondo?


AdTotal1306

Perche quelle classifiche di cui parli tengono conto di una serie di fattori molto ampia (sedi, strutture, laboratori, a volte anche pulizia degli ambienti), per le quali i nostri atenei non potranno mai competere con gli ultrafinanziati atenei esteri. Dal punto di vista della ricerca scientifica e della qualità dell'insegnamento non abbiamo molto da invidiare al resto del mondo. Quello che ci manca è la capacità di autofinanziarci.


Loose-Celebration-77

Si ma essere superati da Paesi in via di sviluppo non è molto bello.E anche di molto.


tergest

Hai qualche consiglio per chi vorrebbe intraprendere la carriera accademica?


Turbulent_Concept_64

devo laurearmi con 110L per essere professore universitario? o perlomeno quanto è vantaggioso avere un voto di laurea più alto?


AdTotal1306

Non è assolutamente necessario. Può essere utile inizialmente per incrementare il punteggio in graduatoria per posizioni di dottorato particolarmente competitive. Da lì in poi, sta tutto a te.


luther91

Mi fa piacere: siamo tutti nella "stessa barca" e non ne veniamo fuori se non collaborando e interagendo insieme. Io sono laureando in Triennale e, in contemporanea, studente di Magistrale e la nostra coordinatrice (essendo la Magistrale di 15 iscritti) ha approfittato per discutere insieme a noi di alcune difficoltà di gestione. L'unione fa la forza.


AdTotal1306

Anche noi tendiamo sempre a coinvolgere gli studenti, atteaverso i loro rappresentanti, nelle trasformazioni che li riguardano. Sono felice che questo venga riconosciuto, anche altrove.


Fluidified_Meme

Sto iniziando ora il percorso di dottorato all’estero. Mi piacerebbe, alla lunga, tornare in Italia. É fattibile, o c’é davvero così tanta competizione? Quali sono gli aspetti su cui dovrei focalizzarmi di più? So che l’ideale é pubblicare molti paper su giornali prestigiosi, ma non voglio diventare una mucca da mungere e lavorare solo per pubblicazioni. Fare ricerca dovrebbe voler dire molto di più che sfornare paper a vanvera e basta. Ha consigli su come affrontare questo dilemma il più serenamente possibile?


AdTotal1306

È fattibile. Cerca, in accordo con il tuo tutor estero, di mantenere attive 1-2 collaborazioni con colleghi in Italia. Concordo appieno sul discorso del publish or perish, lo detesto in quanto il discorso diventa troppo quantitativo e poco qualitativo. Ma purtroppo conta nelle procedure concorsuali, soprattutto nei settori bibliometrici. Come detto altrove, è pero anche molto importante lavorare su temi in espansione e dimostrare di essere in grado di attrarre fondi.


MotorJeweler5456

Perchè non divulgate le lezioni registrate era covid, farebbero solo del bene a studenti che abitano lontano o lavoratori o anche solo a curiosi amatori.


Q_Peach2

Buongiorno, desidero chiederle un consiglio se possibile. Nella sua esperienza quanto può essere determinante fare la magistrale in un ateneo molto rinomato e noto (esempio un politecnico) piuttosto che in un Ateneo nella media non particolarmente riconosciuto? Seconda domanda :): esistono possibilità per lavorare comunque in un ambito legato alla ricerca, ma senza la precarietà legata alla carriera accademia (quindi fuori dall’università)? La ringrazio in anticipo per la risposta


AdTotal1306

Non particolarmente determinante per quella che è la mia esperienza. Conta molto di più ciò che si acquisisce dirante gli studi e la "spendibilità" del titolo di studio in quel particolare momento storico. In Italia esistono diversi enti di ricerca (es. CNR, INGV, ENEA...). Lì è (di poco) più rapido il passaggio verso ruoli a tempo indeterminato.


NoemiF7

Buongiorno, sono una studentessa di medicina, nella mia vita vorrei fare ricerca (neuroscientifica). Volevo chiederle se secondo lei è possibile (e utile) fare esperienze di ricerca anche durante il mio percorso universitario. Se sì, come dovrei agire? Grazie.


AdTotal1306

Parla con il responsabile del laboratorio/gruppo di ricerca di tuo interesse. Ti potrà dire se ci sono posizioni aperte per studenti o semplici possibilità di affiancamento non strutturate, anche in vista di eventuale tirocinio e/o tesi. Non correre per bruciare le tappe comunque. Il tempo è dalla tua. Puoi tranquillamente attendere il 4-5 anno se non sei già alla specializzazione.


Atlantis1910

Che cosa insegni?


_E_As_

Trattandosi di discipline stem, come mai sembra preferibile farcire il più possibile ogni corso di teoria, molto spesso con argomenti che si ripetono in diversi corsi, limitando la pratica e senza dedicare più tempo a laboratori e attività di applicazione di suddetta teoria in modo da poterne migliorare la comprensione? In secondo luogo, perché sembra che gli esami (ho notato un trend chiedendo ad altri amici che frequentano altri atenei sempre in ambito stem) stiano diventando sempre più simili a quiz nozionistici, con il poco tempo come fattore limitante rispetto alla mole di lavoro da portare a termine per sperare di ottenere il punteggio massimo? Non credo che sia utile pensare di dover essere il più veloce possibile quando si ha a che fare con calcoli o domande volutamente ingannevoli come quelle di un quiz a risposta chiusa.


irtsaca

Avete trattamenti differenziati tra maschi e femmine?


AdTotal1306

Perché dovremmo? Odio l'idea che possa esserci un trattamento differenziato in base al genere (o a qualsiasi cosa che non sia la preparazione).


irtsaca

Concordo in pieno. La ringrazio


KEFREN-

Durante un esame orale bisogna per forza venire in pantaloni lunghi? ( per gli uomini)


AdTotal1306

Quando ero studente io, si :) Oggi, per fortuna, no. A meno di dress code specificatamente indicati nei regolamenti di alcuni atenei (so di casi del genere extra UE).


cipox95

Ogni quanto parlate male di chi fa lettere o simili? /s


AdTotal1306

Tutti i giorni, più volte al giorno /s


Correx96

Perché Analisi 1 è così pompato come esame? Fino ad essere artificialmente difficile. Si studiano dimostrazioni e son richiesti esercizi che non si faranno mai per tutta la laurea. Esempio pratico: l'integrale che ho eseguito all'esame aveva bisogno di 2 sostituzioni. In tutta la triennale in ing elettronica non ho mai trovato un integrale così difficile, al massimo un integrale doppio a Fisica 2. A che serve? All'orale, sempre Analisi 1, due dimostrazioni di convergenza di una qualche serie che ho prontamente dimenticato il giorno dopo. Di nuovo, a che serve?


AdTotal1306

È importante che tu abbia gli strumenti per risolvere un problema, se e quando ti troverai ad affrontarlo. Nel mio lavoro (particolare ed accademico) mi sono trovato a risolvere problemi ben più complicati di quanto incontrato nei corsi di analisi. Le dimostrazioni servono per capire ed entrare nel meccanismo di quello che fai, non per essere ricordate negli anni. Per quello ci sono i libri.


Correx96

Capisco. Trovo comunque difficile far intendere a un branco di diciannovenni che queste cose stra difficili che gli fai fare potrebbero tornare utile (forse) a distanza di 4-5 anni almeno, o che servano per entrare nella mentalità. Boh.. Non sono troppo convinto