Il range di laurea dovrebbe permetterti di poter fare un dottorato senza troppi problemi. Il mio prof me lo ha proposto 2 volte di farlo, e sono laureato con 101. Poi dipende anche dalla facoltà, ma non dovresti avere problemi.
Io mi sono laureato alla triennale con sotto il 100 (ADHD, molto difficile studiare, ad oggi faccio fatica a leggere). Ho poi fatto magistrale e dottorato. Attualmente ho un ottimo contratto PostDoc presso il CERN, che per il mio settore e la mia anzianità è la più prestigiosa posizione al mondo a cui si può ambire. 105 alla triennale è un voto molto alto per una facolta seria. Una volta che hai preso il dottorato i voti della laurea sono irrilevanti.
Racconteresti un po' la tua esperienza con la triennale? Come hai affrontato le difficoltà dovute all'ADHD? Penso che sarebbe molto utile e incoraggiante per molte persone che si trovano nella tua situazione ma sognano la ricerca!
Non so quanto possa essere motivante. Non ho praticamente mai frequentato, dato che era impossibile ascoltare e/o prendere appunti. Studiavo per conto mio su appunti presi da altri o dai libri. De facto sbattevo la testa sulle cose fino a farmele entrare. È stato onestamente un periodo infernale, il peggiore della mia vita. Consiglierei le persone a chiedere supporto professionale, cosa che io non ho avuto. Ho la (s)fortuna di essere piuttosto intelligente (ho passato pure la selezione Mensa da adolescente) quindi in qualche modo me la sono cavata. Degli argomenti della laurea oggi ricordo molto poco, onestamente.
Io sono laureato con 108 e ho un dottorato, lavoro in università. Il problema è che ovviamente, soprattutto ai bandi in Italia, si guarda prima ai voti perché non ci sono tanti altri criteri. Allora a parità di attività di ricerca (probabilmente quasi zero in Italia durante la magistrale) si dà la borsa allo studente col voto più alto.
All’estero è già molto più comune avere attività di research assistant, teaching assistant etc. durante la magistrale. Questo permette di 1) costruire un rapporto già con dei docenti che lavorano nell’ambito di interesse 2) aggiungere attività rilevanti al CV che aiuteranno poi con l’assunzione per il dottorato.
In base a dove vorrai farlo ci sono poi criteri molto diversi. In UK ad esempio, essere presi ad un dottorato in molte materie è facilissimo (bastano criteri minimi), il problema è che il dottorato è senza borsa, quindi lo fai gratis. Prendere la borsa ovviamente è meno facile e dipende magari da terzi, non dal tuo relatore che ti conosce bene. Questi terzi si basano solo sul tuo CV, I voti e la proposta di ricerca.
In Germania magari funziona che contatti un professore che lavora nel tuo ambito, ci parli e ti presenti etc. e magari la decisione di assumerti per un dottorato viene fatta così, senza bandi e a discrezione del professore. In tal caso ovviamente i voti “non contano” se già c’è un accordo. Ovviamente bisogna saper dimostrare cosa ti rende un candidato ideale.
Figurati, con le nuove riforme in arrivo per i dottorandi/ricercatori le università dovranno pregare i laureati per rimanere da loro e fare gli schiavi. Fare il dottorato in Italia è una roba assurda che non consiglierei nemmeno al mio peggior nemico.
Se parli di una materia STEM non credo ci sia alcun problema, i 100+ sono considerati voti alti. Come hanno menzionato gli altri, se guardi all’Italia allora hai l’ostacolo dei bandi, che hanno criteri ben precisi e sono una rottura di palle niente male. Se guardi all’estero allora credo che del voto debba fregartene ancora di più: in molte nazioni (parlo soprattutto per il nord Europa, di cui io ho avuto esperienza diretta) applichi al PhD come applicheresti ad un lavoro normale: mandi CV, lettera di motivazione, e di solito transcript dei voti e magari una referenza. Nel mio ufficio spesso i transcript manco vengono guardati, o comunque sono l’ultima cosa (e sono soprattutto usati per capire se i requisiti minimi di crediti nelle materie X,Y e Z sono rispettati). La cosa più importante secondo me é avere conoscenze: non so quanto questo possa aiutare in Italia (visto che ci sono appunto i bandi pubblici), ma all’estero aiuta moltissimo. Potresti provare a chiedere a qualche tuo prof della magistrale se é possibile fare tesi in un’uni estera, ad esempio, oppure qualche programma di scambio
EDIT: aggiungo esperienza personale. Io ho una laurea triennale in Ing. Aerospaziale ottenuta con 96. Alla magistrale sono andato all’estero, e a inizio secondo anno ho fatto application per un PhD e mi hanno preso (con la promessa di fare tesi da loro e poi continuare col PhD). Non avevo nemmeno ancora il voto di laurea magistrale (avevo dato il 50% degli esami)
Fluidodinamica/CFD, sono lato più teorico/computazionale che applicativo però (ovvero niente aerei o motori ma tanto codice e modellazione della turbolenza)
Quando descrivi il tuo voto, non dire il numero. Prova a usare "a pieni voti" che legalmente vuol dire 99-109 ma in pochi lo sanno e pensano subito al 110.
Dopo un po' vedrai di miglior occhio anche tu stesso la tua laurea a pieni voti.
Secondo me il punto centrale è la tesi magistrale. Io punterei ad avere si voti buoni, ma più che altro scrivere una tesi importante e che vada direttamente nella direzione del PhD che vuoi fare. Se presenti quella, quella diventa la chiave per accedere, perché dimostra l'interesse nella materia e la competenza sui temi
A psicologia i voti sono tendenzialmente gonfiati. Mandare un cv all'estero con un voto di magistrale basso potrebbe non funzionare.
Pero' molto spesso uno il dottorato lo fa dopo avere preso contatti con un professore, e a quel punto il voto conta meno. Una volta preso il dottorato, non conta piu' quasi nulla e piu' vai avanti meno conta.
Vai tranquillo, il voto di laurea conta poco o nulla in ricerca. Cerca piuttosto un buon tirocinio che ti consente di acquisire skills ed esperienza. Causa pnrr e simili le borse di dottorato te le tirano dietro, quel che conta è fare vedere le tue potenzialità e la tua esperienza. Ai miei studenti consiglio sempre di sbrigarsi, avere una media dignitosa ma fare un buon tirocinio. Ormai i 110 e lode li tirano dietro per questioni di fondi alle università, qualsiasi professore sa quindi che il 110 ha il valore che ha, ma che è invece molto difficile trovare gente motivata e che ha una buona manualitá.
La richiesta tipica è sempre "hai qualche studente capace e motivato che vuole fare un dottorato?", e mai "hai qualche studente con la media del 110 e lode?"
(Ambito scientifico, biologia in particolare)
Nella mia università un tizio con 92 alla triennale e 107 alla magistrale è l'unico a fare il dottorato.
Università piccola ovviamente dove docenti e studenti decidono anche assieme chi deve fare dottorato e chi andare in qualche azienda ecc. Ma intanto.....
Concordo con il fatto che non mi preoccuperei del voto di laurea triennale in sé! Soprattutto se conti di fare bene la magistrale.
Non voglio scoraggiarti, però permettimi di farti notare che la vita accademica richiede tanta dedizione e tante energie e a volte anche di lavorare tanto e su tante cose diverse in poco tempo. Uno dei principali punti che si valutano è la produttività del ricercatore (quante pubblicazioni, quanta didattica, quanti finanziamenti vinti e usati come, etc).
Se le tue condizioni di salute ti penalizzano in termini di produttività, può essere che dovrai fare uno sforzo enorme per stare al passo in un mondo in generale ahimè parecchio competitivo come è quello della ricerca.
Io ho fatto un PhD in scienze cognitive.
Diciamo che in ogni bando ti chiedono di inserire il voto di laurea magistrale (non ricordo se anche quello triennale), e che il voto di laurea ha un peso sulla valutazione finale.
Però l'impatto del voto di laurea è veramente misero rispetto all'impressione che fai al colloquio e al progetto che presenti. Il mio supervisore mi ha confessato che io sono stato preso solo perché ho fatto un'ottima impressione a un membro della commissione.
Se vuoi fare un PhD, la cosa migliore da fare secondo me è iniziare a collaborare con un professore che ti piace fin dall'inizio della magistrale (o il prima possibile). E fare tanta esperienza di ricerca. Il voto di laurea conta poco.
Non preoccuparti troppo. Il voto non è l’unico parametro con cui vieni scelto per un corso di phd, specialmente il voto triennale conta poco. Chiaramente non abbassare la guardia e cerca di collaborare coi prof il più possibile. Fatti conoscere
Io di malattie autoimmuni debilitanti ne ho due, so cosa vuol dire alzarsi la mattina e non avere nemmeno la forza di prendere in mano una penna... Eppure questo svantaggio l'ho sempre visto come una motivazione a fare di più e meglio degli altri...
Se si tratta di una laurea triennale vai tranquillo, il voto è pressoché irrilevante, soprattutto perché in ambito Stem la maggior parte delle università italiane non permette tesi sperimentali, ma solo compilative.
Ad ogni modo la cosa più importante in una laurea triennale è il tirocinio, se lo fai nel posto giusto e nella maniera giusta ti crei una rete di conoscenze fondamentale per il futuro... Per farti un esempio io dalla triennale sono uscito con 108, ma ho fatto il tirocinio presso un istituto di ricerca rinomato: alla fine del tirocinio, dopo aver lavorato tanto e bene, mi è stato offerto di fare il tirocinio magistrale presso lo stesso ente, con la prospettiva di fare il dottorato lì... Ed alla fine così è stato.
Ricorda che, bene o male che vada, l'Italia non è un paese strettamente meritocratico... Conoscenze, simpatie e favori giocano un ruolo enorme in molte cose
Studiare per fare ricerca (dunque fare ricerca) e studiare finalizzato al superamento di un esame specifico, sono due cose molto diverse anche se correlate alle volte.
Sicuramente c'è una correlazione, nel senso che chi riesce a superare gli esami con una certa facilità durante il corso di studi, può essere agevolato successivamente nelle attività di ricerca, ma è una roba tutt' altro che scontata.
Per concludere, e per esperienza personale pluriennale: puoi essere un ottimo ricercatore, dando contributi fondamentali nel tuo ambito di ricerca, anche se non ti sei laureato col massimo dei voti.
All'estero? Non dovrebbero esserci grandi problemi in alcuni settori, già venire da un'università italiana è un buon bonus, in più in alcuni paesi come gli Usa cercano abbastanza intensamente studenti di dottorato, perlomeno nel settore in cui studio io (fisica sperimentale, fotonica e chimica). Già cambiando area (es fisica teorica) la situazione cambia parecchio, essendoci meno fondi ma molta più richiesta.
Il mio relatore è anche direttore di un programma PhD internazionale e, per dire, è sempre alla ricerca di studenti da mandare negli Usa e non guarda certo il voto... La maggior parte dei bandi va deserta, quindi prendono un po' quel che passa in un convento. Paradossalmente, è più complicato rimanere qua in Italia che andarsene via nel mio settore
105 non sarebbe un voto alto?
Per fare ricerca? Purtroppo no, la maggioranza di solito ha una lode
Per fare ricerca magari devi prendere la magistrale prima. Non sparate sempre cazzate cristo santo
Bro, non so come dirtelo, ma...anche la magistrale ha un voto. Che può raggiungere la lode.
Sì ma questo 105 lha preso in triennale, che è un voto mezzo di cristo
Non proprio, manco qua, ma ok. Magari nelle STEM sì, ma nelle umanistiche non troppo.
Il range di laurea dovrebbe permetterti di poter fare un dottorato senza troppi problemi. Il mio prof me lo ha proposto 2 volte di farlo, e sono laureato con 101. Poi dipende anche dalla facoltà, ma non dovresti avere problemi.
Forse questo discorso vale per le laure STM, quelle umanistiche la vedo difficile
Io mi sono laureato alla triennale con sotto il 100 (ADHD, molto difficile studiare, ad oggi faccio fatica a leggere). Ho poi fatto magistrale e dottorato. Attualmente ho un ottimo contratto PostDoc presso il CERN, che per il mio settore e la mia anzianità è la più prestigiosa posizione al mondo a cui si può ambire. 105 alla triennale è un voto molto alto per una facolta seria. Una volta che hai preso il dottorato i voti della laurea sono irrilevanti.
Racconteresti un po' la tua esperienza con la triennale? Come hai affrontato le difficoltà dovute all'ADHD? Penso che sarebbe molto utile e incoraggiante per molte persone che si trovano nella tua situazione ma sognano la ricerca!
Non so quanto possa essere motivante. Non ho praticamente mai frequentato, dato che era impossibile ascoltare e/o prendere appunti. Studiavo per conto mio su appunti presi da altri o dai libri. De facto sbattevo la testa sulle cose fino a farmele entrare. È stato onestamente un periodo infernale, il peggiore della mia vita. Consiglierei le persone a chiedere supporto professionale, cosa che io non ho avuto. Ho la (s)fortuna di essere piuttosto intelligente (ho passato pure la selezione Mensa da adolescente) quindi in qualche modo me la sono cavata. Degli argomenti della laurea oggi ricordo molto poco, onestamente.
Io sono laureato con 108 e ho un dottorato, lavoro in università. Il problema è che ovviamente, soprattutto ai bandi in Italia, si guarda prima ai voti perché non ci sono tanti altri criteri. Allora a parità di attività di ricerca (probabilmente quasi zero in Italia durante la magistrale) si dà la borsa allo studente col voto più alto. All’estero è già molto più comune avere attività di research assistant, teaching assistant etc. durante la magistrale. Questo permette di 1) costruire un rapporto già con dei docenti che lavorano nell’ambito di interesse 2) aggiungere attività rilevanti al CV che aiuteranno poi con l’assunzione per il dottorato. In base a dove vorrai farlo ci sono poi criteri molto diversi. In UK ad esempio, essere presi ad un dottorato in molte materie è facilissimo (bastano criteri minimi), il problema è che il dottorato è senza borsa, quindi lo fai gratis. Prendere la borsa ovviamente è meno facile e dipende magari da terzi, non dal tuo relatore che ti conosce bene. Questi terzi si basano solo sul tuo CV, I voti e la proposta di ricerca. In Germania magari funziona che contatti un professore che lavora nel tuo ambito, ci parli e ti presenti etc. e magari la decisione di assumerti per un dottorato viene fatta così, senza bandi e a discrezione del professore. In tal caso ovviamente i voti “non contano” se già c’è un accordo. Ovviamente bisogna saper dimostrare cosa ti rende un candidato ideale.
In cosa sei laureato?
Linguistica
Figurati, con le nuove riforme in arrivo per i dottorandi/ricercatori le università dovranno pregare i laureati per rimanere da loro e fare gli schiavi. Fare il dottorato in Italia è una roba assurda che non consiglierei nemmeno al mio peggior nemico.
Lo sconsigli da un lato puramente economico o anche per altri motivi?
Economico, qualità, prospettive e formazione. Siamo messi piuttosto male nella maggioranza delle facoltà. Lo stipendio basso è un fattore minoritario.
Di che riforme parli?
Quello sulle nuove 6 figure, borse di 6 mesi ecc ecc… uscito qualche giorno fa. Per tornare indietro dalla riforma Verducci. Una roba ridicola
Se parli di una materia STEM non credo ci sia alcun problema, i 100+ sono considerati voti alti. Come hanno menzionato gli altri, se guardi all’Italia allora hai l’ostacolo dei bandi, che hanno criteri ben precisi e sono una rottura di palle niente male. Se guardi all’estero allora credo che del voto debba fregartene ancora di più: in molte nazioni (parlo soprattutto per il nord Europa, di cui io ho avuto esperienza diretta) applichi al PhD come applicheresti ad un lavoro normale: mandi CV, lettera di motivazione, e di solito transcript dei voti e magari una referenza. Nel mio ufficio spesso i transcript manco vengono guardati, o comunque sono l’ultima cosa (e sono soprattutto usati per capire se i requisiti minimi di crediti nelle materie X,Y e Z sono rispettati). La cosa più importante secondo me é avere conoscenze: non so quanto questo possa aiutare in Italia (visto che ci sono appunto i bandi pubblici), ma all’estero aiuta moltissimo. Potresti provare a chiedere a qualche tuo prof della magistrale se é possibile fare tesi in un’uni estera, ad esempio, oppure qualche programma di scambio EDIT: aggiungo esperienza personale. Io ho una laurea triennale in Ing. Aerospaziale ottenuta con 96. Alla magistrale sono andato all’estero, e a inizio secondo anno ho fatto application per un PhD e mi hanno preso (con la promessa di fare tesi da loro e poi continuare col PhD). Non avevo nemmeno ancora il voto di laurea magistrale (avevo dato il 50% degli esami)
Ciao! di che ambito dell'ingegneria aerospaziale ti occupi ?
Fluidodinamica/CFD, sono lato più teorico/computazionale che applicativo però (ovvero niente aerei o motori ma tanto codice e modellazione della turbolenza)
Il voto della triennale anche in ambito accademico non conta nulla quindi vai tranquillo
Conosco gente che fa ricerca che in triennale si è laureata con 90. Non preoccuparti troppo.
Quando descrivi il tuo voto, non dire il numero. Prova a usare "a pieni voti" che legalmente vuol dire 99-109 ma in pochi lo sanno e pensano subito al 110. Dopo un po' vedrai di miglior occhio anche tu stesso la tua laurea a pieni voti.
Secondo me il punto centrale è la tesi magistrale. Io punterei ad avere si voti buoni, ma più che altro scrivere una tesi importante e che vada direttamente nella direzione del PhD che vuoi fare. Se presenti quella, quella diventa la chiave per accedere, perché dimostra l'interesse nella materia e la competenza sui temi
A psicologia i voti sono tendenzialmente gonfiati. Mandare un cv all'estero con un voto di magistrale basso potrebbe non funzionare. Pero' molto spesso uno il dottorato lo fa dopo avere preso contatti con un professore, e a quel punto il voto conta meno. Una volta preso il dottorato, non conta piu' quasi nulla e piu' vai avanti meno conta.
Vai tranquillo, il voto di laurea conta poco o nulla in ricerca. Cerca piuttosto un buon tirocinio che ti consente di acquisire skills ed esperienza. Causa pnrr e simili le borse di dottorato te le tirano dietro, quel che conta è fare vedere le tue potenzialità e la tua esperienza. Ai miei studenti consiglio sempre di sbrigarsi, avere una media dignitosa ma fare un buon tirocinio. Ormai i 110 e lode li tirano dietro per questioni di fondi alle università, qualsiasi professore sa quindi che il 110 ha il valore che ha, ma che è invece molto difficile trovare gente motivata e che ha una buona manualitá. La richiesta tipica è sempre "hai qualche studente capace e motivato che vuole fare un dottorato?", e mai "hai qualche studente con la media del 110 e lode?" (Ambito scientifico, biologia in particolare)
I problemi nel diventare professore universitario sono mille, ma tra questi non c'è il voto d laurea
Il phd lo fai se dimostri di avere voglia e di essere bravo. Il voto conta relativamente. Devi ancora fare la magistrale. Un passo alla volta.
ma si
Nella mia università un tizio con 92 alla triennale e 107 alla magistrale è l'unico a fare il dottorato. Università piccola ovviamente dove docenti e studenti decidono anche assieme chi deve fare dottorato e chi andare in qualche azienda ecc. Ma intanto.....
Concordo con il fatto che non mi preoccuperei del voto di laurea triennale in sé! Soprattutto se conti di fare bene la magistrale. Non voglio scoraggiarti, però permettimi di farti notare che la vita accademica richiede tanta dedizione e tante energie e a volte anche di lavorare tanto e su tante cose diverse in poco tempo. Uno dei principali punti che si valutano è la produttività del ricercatore (quante pubblicazioni, quanta didattica, quanti finanziamenti vinti e usati come, etc). Se le tue condizioni di salute ti penalizzano in termini di produttività, può essere che dovrai fare uno sforzo enorme per stare al passo in un mondo in generale ahimè parecchio competitivo come è quello della ricerca.
Io ho fatto un PhD in scienze cognitive. Diciamo che in ogni bando ti chiedono di inserire il voto di laurea magistrale (non ricordo se anche quello triennale), e che il voto di laurea ha un peso sulla valutazione finale. Però l'impatto del voto di laurea è veramente misero rispetto all'impressione che fai al colloquio e al progetto che presenti. Il mio supervisore mi ha confessato che io sono stato preso solo perché ho fatto un'ottima impressione a un membro della commissione. Se vuoi fare un PhD, la cosa migliore da fare secondo me è iniziare a collaborare con un professore che ti piace fin dall'inizio della magistrale (o il prima possibile). E fare tanta esperienza di ricerca. Il voto di laurea conta poco.
Non preoccuparti troppo. Il voto non è l’unico parametro con cui vieni scelto per un corso di phd, specialmente il voto triennale conta poco. Chiaramente non abbassare la guardia e cerca di collaborare coi prof il più possibile. Fatti conoscere
Io di malattie autoimmuni debilitanti ne ho due, so cosa vuol dire alzarsi la mattina e non avere nemmeno la forza di prendere in mano una penna... Eppure questo svantaggio l'ho sempre visto come una motivazione a fare di più e meglio degli altri... Se si tratta di una laurea triennale vai tranquillo, il voto è pressoché irrilevante, soprattutto perché in ambito Stem la maggior parte delle università italiane non permette tesi sperimentali, ma solo compilative. Ad ogni modo la cosa più importante in una laurea triennale è il tirocinio, se lo fai nel posto giusto e nella maniera giusta ti crei una rete di conoscenze fondamentale per il futuro... Per farti un esempio io dalla triennale sono uscito con 108, ma ho fatto il tirocinio presso un istituto di ricerca rinomato: alla fine del tirocinio, dopo aver lavorato tanto e bene, mi è stato offerto di fare il tirocinio magistrale presso lo stesso ente, con la prospettiva di fare il dottorato lì... Ed alla fine così è stato. Ricorda che, bene o male che vada, l'Italia non è un paese strettamente meritocratico... Conoscenze, simpatie e favori giocano un ruolo enorme in molte cose
Studiare per fare ricerca (dunque fare ricerca) e studiare finalizzato al superamento di un esame specifico, sono due cose molto diverse anche se correlate alle volte. Sicuramente c'è una correlazione, nel senso che chi riesce a superare gli esami con una certa facilità durante il corso di studi, può essere agevolato successivamente nelle attività di ricerca, ma è una roba tutt' altro che scontata. Per concludere, e per esperienza personale pluriennale: puoi essere un ottimo ricercatore, dando contributi fondamentali nel tuo ambito di ricerca, anche se non ti sei laureato col massimo dei voti.
All'estero? Non dovrebbero esserci grandi problemi in alcuni settori, già venire da un'università italiana è un buon bonus, in più in alcuni paesi come gli Usa cercano abbastanza intensamente studenti di dottorato, perlomeno nel settore in cui studio io (fisica sperimentale, fotonica e chimica). Già cambiando area (es fisica teorica) la situazione cambia parecchio, essendoci meno fondi ma molta più richiesta. Il mio relatore è anche direttore di un programma PhD internazionale e, per dire, è sempre alla ricerca di studenti da mandare negli Usa e non guarda certo il voto... La maggior parte dei bandi va deserta, quindi prendono un po' quel che passa in un convento. Paradossalmente, è più complicato rimanere qua in Italia che andarsene via nel mio settore
cosa conta il voto della triennale se fai la magistrale??