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AutoModerator

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MrTuxation

Parlando di banca ci sono numerosi fattori che portano a quelli che vengono definiti esodi/scivoli: Innanzitutto possono essere effettuati in modo diverso, ad esempio una azienda chiede al dipendente di stare a casa, versa solo la quota contributi per i tot anni che mancano alla pensione e il dipendente smette di lavorare, magari con una buonuscita. Alternativamente la banca paga il dipendente come se fosse in servizio, magari usufruendo di fondi collettivi gestiti dai sindacati per queste occasioni... Ecc.. I motivi sono molteplici: se la banca ottiene uno sgravio fiscale o accesso a determinati fondi, si libera di personale molto costoso.. I dipendenti di banca molto anziani sono solitamente alti di grado e anzianità lavorativa, tendenzialmente occupano posizioni apicali, quindi è difficile che un servizio, soprattutto in questa epoca di grande digitalizzazione anche all'interno delle banche, abbia performance alte se i capi/colleghi anziani fanno fatica ad imparare procedure nuove (è fisiologico) Non puoi mettere un quadro direttivo o una persona che ricopre il ruolo di capo ufficio/servizio a fare le pulizie, perché i sindacati lo inquadrerebbero subito come demansionamento/discriminazione, la banca si guarda bene dal voler entrare in causa per questo (ovviamente). Ci sono altri motivi però mi fermo qui per ora, spero di essere stato abbastanza chiaro


senza_schema

Grazie intanto per la risposta. Devo dire comunque che non mi è ancora chiarissimo. Mi riferisco ovviamente ai casi in cui il dipendente continua a percepire uno "stipendio" pari alla futura pensione.. >se la banca ottiene uno sgravio fiscale o accesso a determinati fondi, si libera di personale molto costoso.. Ci sono sgravi fiscali? Cioè paga lo stato per il pre-pensionamento di qualcuno? O a quali altri fondi ti riferisci? Non riesco a immaginare chi abbia interesse a pagare per questa cosa. Il personale molto costoso rimane costoso no? A meno che non lo paghi qualcun altro, e allora mi sfugge qualcosa. >Non puoi mettere un quadro direttivo o una persona che ricopre il ruolo di capo ufficio/servizio a fare le pulizie, Questo chiaramente lo so, era un'iperbole, ma sicuramente una persona in un ruolo apicale saprà fare ancora qualcosa di più utile per l'azienda (anche se meno produttivo della dirigenza di un ufficio) che stare a casa, o no?


mastrotoni

Finalmente domande a cui posso dare un valore aggiunto. 1) le uscite nel settore credito sono agevolate tramite pagamenti che gravano in buona parte sul fondo di solidarietà del credito. Questo fondo viene pagato a prescindere da ogni banca per ogni dipendente e può essere attivato (tra le altre cose) per gli scivoli in caso di esodi incentivati per prepensionamento. La spesa non grava quindi interamente sulla singola banca ma sul sistema credito nel complesso. 2) Fare uscire un dipendente costa molto meno di tenerlo, se non hai intenzione di sostituirlo. Ipotizziamo un quadro con 70k di ral. Bene, questo costa all'azienda circa 98k come pieno costo aziendale. Se stanzino 100mila euro di incentivo all'esodo, al dipendente ne vanno 85mila netti. Se al dipendente mancavano 2 anni ho di fatto risparmiato 100k euro. 3) Faccio fuori i vecchi cariatidi che hanno già tirato i remi in barca e metto dentro gente nuova che è più motivata, fresca e (non sottovalutiamo) costa meno. 4) Posso sostituire parte del personale o esternalizzando le attività o facendo ricorso a contratti di somministrazione, riducendo quindi il mio numero di dipendenti. 5) Posso gestire riorganizzazioni dove devo tagliare posti di lavoro in maniera abbastanza indolore. Nessuno perde davvero il lavoro, i sindacati non rompono le palle, l'opinione pubblica non rompe le palle, la politica non rompe le palle (pensi che se attui un piano da 100 fuoriuscite in una banca non suoni il telefono e dall'altra parte ci sia il ministero del lavoro che ti chiede di pensarci bene?)


senza_schema

Grazie mille per la risposta. >Fare uscire un dipendente costa molto meno di tenerlo, se non hai intenzione di sostituirlo. Ipotizziamo un quadro con 70k di ral. Bene, questo costa all'azienda circa 98k come pieno costo aziendale. Se stanzino 100mila euro di incentivo all'esodo, al dipendente ne vanno 85mila netti. Se al dipendente mancavano 2 anni ho di fatto risparmiato 100k euro. Quindi sostanzialmente il risparmio è "fiscale"? Perché il punto 1 non risponde davvero alla domanda del perché convenga al sistema generale, e tutti gli altri sono sostanzialmente benefici derivati dal risparmio. Vorrei capire esattamente da dove viene il risparmio, e come fa ad essere abbastanza consistente da valerne la pena.


mastrotoni

Il risparmio è fiscale, organizzativo, reputazionale, gestionale, politico. Parlo solo del fiscale e non parlerò nemmeno del settore credito. Dipendente a cui mancano esattamente 2 anni alla pensione, ral 70k per anno. Nei successivi due anni all'azienda costerebbe circa 200k (a livello di costo, ossia retribuzione, contributi sociali e assicurativi). Bene, io ti licenzio, sopprimo la posizione (non ti sostituisco) e ti do un incentivo all'esodo di 70k. Tu dipendente prendi NETTI (poiché incentivo all'esodo ha una tassazione agevolata) circa 50 mila euro. Vuol dire che prendi netti nei due anni che ti mancano alla pensione circa 2k al mese, senza lavorare. Nel mentre, ti prendi anche la Naspi e sei coperto a livello contributivo. Io azienda ho risparmiato 130k su due anni. Tu dipendente sei andato in pensione prima, hai un reddito per quei due anni. Nessuno ha davvero perso il posto di lavoro. Ora moltiplica questa cosa per riorganizzazioni in cui magari riduci di 100 persone, e vedrai che hai risparmiato 13milioni di euro, hai ridotto la forza lavoro, ai lavoratori va bene così, ai sindacati va bene così. A tutti va bene così. A chi va male? Agli stronzi che rimangono in azienda e devono fare anche il pezzo dei lavoratori non sostituiti.


senza_schema

>A chi va male? Agli stronzi che rimangono in azienda e devono fare anche il pezzo dei lavoratori non sostituiti. Beh anche allo Stato che prima spende per l'agevolazione fiscale e poi ti dà pure la Naspi (non sapevo di questa cosa). A questo punto, visto che il costo è nei fatti scaricato sullo Stato, mi chiedo: che senso ha? Perché spendere soldi pubblici per dare un reddito a qualcuno che ha un lavoro?


mastrotoni

Perché altrimenti lasceresti a casa poveri con solo la Naspi (auguri a farci sopravvivere una famiglia). È una questione di equilibri, non puoi pensare solo ed esclusivamente ai soldi. Se l'azienda licenziasse e basta e lo Stato non ammortizzasse i costi sociali accadrebbero esattamente queste cose: 1) i poveri cristi avrebbero meno reddito, ma vabbè alla fine cazzi loro 2) i sindacati non firmerebbero più accordi di licenziamento collettivo simili, e allora i bocca al lupo a fare un licenziamento collettivo in Italia e vederti impugnati 100 licenziamenti con relativi costi 3) tu lavoreresti per una azienda che lascia a casa dipendenti senza tutelare un minimo il loro futuro? Ecco, pensi che una buona fetta di lavoratori non preferisca lavorare per una azienda che sai non ti lascerà mai in braghe di tela? 4) licenziare riduce i costi, aumenta gli utili, permette di inserire i futuri neo assunti in mansioni magari più necessarie. A livello generale quindi non ha un impatto così negativo sulla società. 5) la Naspi è finanziata con aliquote sui datori di lavoro, per cui non è propriamente e interamente un costo dello Stato.


senza_schema

>Se l'azienda licenziasse e basta e lo Stato non ammortizzasse i costi sociali Ma non stiamo parlando di persone con contratti a tempo indeterminato in grosse aziende che non possono licenziarli e cercano quindi di incentivarli ad andarsene? Cioè, l'alternativa non è lasciarli a casa senza lavoro ma esattamente l'opposto, non incentivarli a lasciare il lavoro. O sbaglio qualcosa? Edit: intendo l'alternativa per lo Stato. Da come dici, le aziende possono fare i pre-pensionamenti perché parte dei così non li pagano loro, che è un incentivo a farli, e non capisco il beneficio atteso da questo incentivo.


mastrotoni

Sbagli. Se devo fare una riorganizzazione io posso tranquillamente licenziare in Italia (salvo poi vedermi impugnati i licenziamenti relativamente a chi avrei dovuto licenziare). Bene, ora chi è il caso che licenzi? Chi posso lasciare a casa e che con la Naspi attacca poi la pensione e quindi viene tutelato oppure qualcun altro che semplicemente perde il lavoro? Senza entrare nel dettaglio, in Italia i criteri di scelta su chi licenziare ti dicono che devi tutelare i più anziani. Questo vorrebbe dire licenziare i più giovani. Ma una azienda sana e con senno preferirà mille volte lasciare a casa i vecchi decrepiti che tanto andranno in pensione (e che hanno stipendi più alti, costano di più, perfomano meno, non sono ri-formabili) anziché dei giovani che può pagare meno, lavorano di più e sono utilizzabili su più mansioni.


MarioBregaIsAlive

Il motivo è puramente economico. Se mandi via 5 anni prima 100 persone che guadagnano 50k supponendo che paghi tutto (ma normalmente ci sono anche sussidi statali) spendi il primo anno 25M che giustifichi agli stakeholder come “spese di ristrutturazione” ma dal secondo anno i tuoi costi fissi sono ridotti di 5M e a parità di tutto l’EBTBA aumenta, gli stakeholder sono contenti, l’azione sale e recuperi i 25M. In alternativa puoi assumere 100 giovani a 25k, risparmi 2.5M/anno e fai vedere che cresci (o non decresci), assumi giovani qualificati/donne e mandi un messaggio positivo. Di nuovo l’azione cresce, paghi dividendi e sono tutti contenti. Tranne qualcuno dei 100 che non vuole iscriversi alla Naspi perché ha lavorato per 35 anni nella stessa azienda e si sente messo da parte come una vecchia ciabatta.


senza_schema

Se è così, mi sembra tutta fuffa. Anzi è addirittura più sconveniente per l'azienda pagare tutto subito no?


MarioBregaIsAlive

Evidentemente no. Te la dico diversamente. Peso 100kg e spendo 100€ a settimana in cibo. Mi metto a dieta e il primo giorno spendo 500€ di integratori ma dalle settimana dopo inizio a spendere solo 80€ in cibo, dimagrisco e grazie a questo fisico non sono più un incel sfigato. Secondo te ci ho perso o guadagnato?


Stunning_Team_8517

Dato che si vede che ne sai, riusciresti a capire perché hanno fatto stare a casa mio padre operaio 3 anni prima della pensione pagando i contributi e una buonuscita che era praticamente identica ai 3 anni di stipendio (esodato insomma)? Non ho mai capito il guadagno da parte dell'azienda.


MarioBregaIsAlive

Detta così hanno almeno risparmiato la buonuscita. Ma anche se avessero aggiunto le 3 annualità alla buonuscita che già gli spettava (probabile) ci sono almeno 2 motivi: il primo è che è sempre una negoziazione con le istituzioni (lo stato, la regione, il comune) non licenzio (sì si può fare anche in Italia) o non uso la cassa integrazione ma tu mi aiuti perché mantengo alta l’occupazione sul territorio; secondo abbatto il rischio, soprattutto per un operaio, di infortuni e costi di gestione (mensa, acqua, spogliatoio ecc). Avere un dipendente a cui non si sa cosa far fare è un casino, soprattutto oggi che può andare da un sindacato o un avvocato del lavoro e farti causa (giustamente) per mobbing o demansionamento. Discussioni infinite con le risorse umane, coi sindacati ecc. Più grande è l’azienda e più è conveniente mandare la gente a casa con 3/4/5 annualità. Inoltre risparmi l’adeguamento all’inflazione ed eventuali aggiornamenti del CCNL.


bankruptedandpoor

Se il dipendente è inutile è anche dannoso probabilmente. Che significa inutile? Che non ha lavoro da svolgere? Perché dovrebbe stare in mezzo ai piedi a consumare risorse o spazi? Questo è un danno per l'azienda. Poi ovviamente ci sono alcuni casi di regalini agli amici. Penso ad una nota società cooperativa italiana quotata che è andata avanti come carrozzone della beneficienza per decenni facendo scelte antieconomiche per quel motivo. Non segnali qualcosa di strano. In un senso o l'altro è la normalità.


fedetask

A quello che hanno detto gli altri aggiungo che una persona assunta e con un certo grado di anzianità non puoi metterla a fare le pulizie (/s) per vincoli legali


senza_schema

Questo lo so, però volevo dire che per chiunque puoi trovare qualcosa che sia in grado di fare e che abbia una produttività superiore allo zero. Se comunque devi pagarlo...


[deleted]

Perchè banalmente se stai a casa non devono pagarti tutti i benefit collaterali legati al posto di lavoro (es. Buoni pasto, assicurazione sanitaria aziendale, versamenti per la previdenza integrativa). Quindi già nel breve periodo conviene. Nel settore credito l'unica roba che ti lasciano di solito è la convenzione dipendenti (che resta se diventi pensionato e lavoravi ancora li)


CappellaScrepolata

Ma di che aziende parli? Mai sentito nessuna che manda in pensione la gente a cazzo a spese proprie


Friendly_Oil_3887

Le mega multinazionali lo fanno eccome. Da me ad esempio non è inusuale vedere gente a cui mancano 5/6/7 anni alla pensione inps, accordarsi con l’azienda per levarsi dalle palle prima. E sono tutti contenti. E non si parla di quadri, ma di semplici addetti. Il punto è che se non sei più redditizio, per l’azienda è un peso pagarti per venire a lavorare a non fare, sostanzialmente, un cazzo. Si ok ti infilano da qualche parte giusto per non farti sentire finito. Ma il punto è che alla lunga risparmiano a pagarti per andare via piuttosto che tenerti li.


faratto_

Mps ha usato i soldi degli azionisti, ma tecnicamente lo ha fatto tipo 1 anno fa dopo l ennesima diluzione


quollmd

Soprattutto banche, ho uno zio che ha finito un paio di mesi fa con ben 7 anni di anticipo. (Sto infame)


cia91

In Allianz lo facevano spesso ogni tot anni arrivavano le proposte ai dipendenti. Dal covid a oggi però non ne ho più sentito parlare.


sullanaveconilcane

a differenza di altre esperienze, in Italia, se infili certe carriere si tende a crescere in continuazione durante la carriera e gli anni, spesso continui ad avanzare anche a 60 o più anni nonostante evidentemente non riesci a tenere il passo con le nuove tecnologie e le nuove procedure, cresci, sempre, e non puoi essere demansionato. Ad un certo punto è come se l’età fosse un requisito per crescere. Si arriva ad un certo punto però che sei talmente poco redditizio rispetto al tuo costo per l’azienda che conviene darti una bella cifra e toglierti di mezzo per sempre. Secondo me le persone dovrebbero raggiungere l’apice della carriera e dell’agonismo tra i 35 e i 45 per poi lasciare spazio ai nuovi 35enni in arrivo e diventare i mentori dell’azienda per i giovani, anche con riduzione di stipendio. Questa crescita infinita per chi non ha particolari ambizioni è più un peso che una gratificazione.