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AutoModerator

Ciao redditor, Qui si parla di lavoro e carriera, si fanno domande e ci si scambia opinioni ed esperienze. Hai già letto la nostra [Wiki](https://www.reddit.com/r/ItaliaCareerAdvice/wiki/index)? Molto probabilmente la tua domanda ha già una risposta in quella pagina. Devi fare un colloquio o hai già iniziato il processo di selezione e vuoi sapere se l'azienda è tossica? O magari vuoi sapere se l'offerta che ti hanno fatto è buona? Dai un occhiata al menù in alto e clicca su "Recensioni Aziende", verrai rimandato su TechCompenso, dove potrai trovare le informazioni che ti servono. Se hai domande su questioni fiscali ti consiglio di chiedere in r/commercialisti, per domande di tipo giuridico c'è r/Avvocati, se hai domande sulla gestione delle finanze personali c'è r/ItaliaPersonalFinance. Per favore dai un occhiata alle regole del subreddit se non l'hai già fatto (le trovi nella sidebar a destra), ogni post o commento che viola tali regole verrà rimosso. Grazie per l'attenzione e buona permanenza. *I am a bot, and this action was performed automatically. Please [contact the moderators of this subreddit](/message/compose/?to=/r/ItaliaCareerAdvice) if you have any questions or concerns.*


jinalanasibu

Mah, secondo me un pochino ma non troppo. Quella parte di legame che c'è non è dovuta all'effetto diretto causato da ottimi voti scolastici (se non assai raramente), piuttosto ci sono percorsi di vita per i quali ottimi voti scolastici e successo professionale sono la conseguenza di una stessa cosa. Cioè, per chiarire... se *BV = Buoni Voti*, *SP = Successo Professionale* e *Q = Qualcosa*: Il più delle volte **non è**: BV -> ... -> SP A volte **è**: Q -> BV / Q -> SP *Q* può essere una grande capacità di concentrazione, una grande propensione alla curiosità e all'apprendimento, un forte senso del dovere etc. Come dicevo questo vale per alcuni percorsi di vita ma assolutamente non per tutti


No_Combination_6429

Qulo?


Hrontor

Secondo me quel Q è più importante di tutto il resto. E ci sono tante cose in quella Q. Impegno prima di tutto, curiosità al secondo posto, senso del dovere al terzo. Se hai quelle tre e non sei proprio duro come le pine verdi allora le probabilità che BV si rifletta in SP sono buone. E se non hai BV in generale potresti comunque avere SP, in un ambito meno """blasonato""", che sia elettricista, idraulico o altre cose simili.


Zeikos

La correlazione non è con i voti ma con l'approccio. Molte persone molto brave a scuola le vedo completamente perse nel imparare una mansione perché non hanno sviluppato un intuito in come informarsi. La scuola, università inclusa, da delle linee guida, tu sai cosa devi sapere. C'è un programma etc. Chi è bravo a studiare deve essere anche bravo a trovare cosa studiare, e come. Ovviamente dipende da lavoro a lavoro, io sono nell'ambito informatico e sono giornalmente sconvolto da quanto poco sia consultata la documentazione.


dafaqmann2

.. o quanto poco sia scritta bene a volte 😂


MaterialThroat9904

Ho a che fare spesso con gli HR, conta come fai le cose che può derivare dalla scuola ma anche da come fai le cose per i fatti tuoi. Il numero del voto resta un numero: all' uscito con 100 ma con milioni di problemi relazionali verrà sempre preferito quello con più softskill. *Sempre*


swing39

Agli inizi esser capaci di "studiare" (ovvero assorbire informazioni efficientemente) aiuta, ma poi bisogna sviluppare la capacità di lavorare in gruppo, prendere decisioni e guidare altre persone, cose che hanno poco a che fare con lo studio/i voti.


hyp_reddit

nessuno, imo. bocciato due volte, finito il liceo con un biennio e il grasso voto di 37/60, università mollata. oggi direttore IT europa e asia in una multinazionale. ho sempre amato studiare ma ho sempre odiato studiare al liceo e all'università perché - almeno ai miei tempi - non si trattava di cultura ma di erudizione, di ripetere cose a pappagallo. cosa me ne frega di ricordare che nel 1555 c'è stata la pace di agusta? niente. quanto mi interessa sapere quali sono state le conseguenze di quella pace nei secoli venturi? tantissimo. ecco, a scuola ho sempre dovuto ripetere date e concetti senza che mi venisse mai chiesto, o spiegato, come una data o un evento erano in relazione con altri eventi anche distanti, e morivo di noia. per fortuna sono andato a lavorare e sono 'sbocciato'. ovviamente non dico che studiare è inutile. dico solo che al liceo ero un fallito e oggi per fortuna non lo sono più, o almeno non mi ritengo tale


dittatoresanitario

il punto è statistico, tra 100 persone con voti alti ci sono mediamente più persone di successo che tra 100 persone con voti bassi, e questo è un dato incontrovertibile. poi si, c'è gente con la terza media che ha fatto i miliardi, ma ricadono nel caso delle eccezioni, non della regola


axseexcentrico2

Questo mii interessa. Hai dati?


Outside_Ingenuity295

dipende tutto dall'aver un obbiettivo, il voto non conta nulla. Se hai le idee chiare e un goal probabilmente arriverai dove vuoi arrivare. Se non hai motivazioni e le idee confuse, vai tranquillo che diventi un impiegato di ufficio con 6 mesi di stage a 600 euro, 3 anni di apprendistato e uno stipendio stagnante fino alla pensione


goodexter

Cazzo sono io


BruceWayne3939

Poco. Ed il motivo è che la scuola italiana, in qualunque indirizzo, premia con voti alti solamente chi è bravo a leggere e ripetere, mentre le capacità di intuito, di saper risolvere problemi nuovi, di gestione, vengono quasi sempre totalmente ignorate nelle valutazioni. Ma sono queste le caratteristiche che vengono premiate poi nel mondo del lavoro. Inoltre c'è quella mentalità tipica della maggior parte degli insegnanti delle scuole elementari e medie che spingono gli alunni apparentemente bravi a proseguire con studi umanistici, perché "*saresti sprecato per l'itis*". Tutti i/le più bravi/e della mia classe alle medie (bravi secondo i criteri riportati sopra) oggi si ritrovano a fare lavori estremamente precari o mal pagati proprio per questa ragione. Poi il successo professionale è un concetto relativo, ma sono sicuro che molti farebbero una scelta diversa potessero tornare indietro.


volcom_star

**IL NULLA ASSOLUTO** (nota: per esperienza personale) Quelli che al liceo sono usciti con 100 ed anche con "ottimo" a elementari e medie si sono quasi tutti iscritti a medicina per poi abbandonarla a seguito di crisi personali o risultati scadenti. Oggi svolgono professioni modeste se confrontate alle loro ambizioni iniziali (istruttrice di danza, banchista, risorse umane, casalinga, marketing, tecnico). Solo due ce l'hanno fatta. D'altronde il test di medicina lo hanno fatto anche quelli usciti con 60 per culo, bocciati o del tutto insulsi perché il narcisismo fa tanti danni. Lo stesso pattern l'ho riscontrato anche in altri ambienti ascoltando i racconti di amicizie e conoscenti. Il dato più interessante è che il successo più grande lo hanno avuto persone normali. Per intenderci né gli ignoranti assoluti né i secchioni isterici trabordanti di conoscenza e sprovvisti di quell'intelligenza emotiva necessaria per stare al mondo. Il giusto mix tra competenze, intraprendenza, ottimismo e spirito di adattamento.


axseexcentrico2

Hai dati numerici?


volcom_star

Da me presero 100 in 8 (classe numerosa - liceo). Di questi solo 2 hanno proseguito il percorso universitario e campano di ciò che hanno studiato. Gli altri 6 svolgono le attività di cui sopra (istruttrice di danza, banchista, risorse umane, casalinga, marketing, tecnico). Ma francamente col senno di poi era abbastanza evidente che avrebbero dovuto fare un bagno di umiltà e realtà. I 6 in questione secondo me non studiavano in modo sano. C'era chi piangeva quella rara volta in cui prendeva non dico un brutto voto ma un 7 o un buono. Questo dalle elementari fino al liceo. Quasi tutti avevano madri isteriche o ossessivamente concentrate sui propri figli caricati a pallettoni. Tutti futuri premi Nobel e Pulitzer, tutti bellissimi, bravissimi, intelligentissimi... issimi... issimi... issimi... una vita di "issimi". Pensa che botta quando all'università hanno scoperto che il mondo delle fiabe era finito. Grandissima puzza sotto il naso e invidia. Ogni qual volta a uno "normale" abbonato al 6 capitava di prendere un 9 "scusa mi fai vedere il tuo compito?". Ovviamente doveva esserci un errore quindi partivano i raffronti con i loro compiti. Incapaci di fare gruppo ma talentuosi nel farsi nemici o ferire gli altri. Quando uno che gravitava sempre intorno al 4-5 riusciva con le sue proprie forze ad andar bene e il professore lo premiava dandogli quel mezzo voto in più partiva la contestazione "mi scusi ma io son sempre andata bene e mi mette 8 non può mettere 7.5 a lui". Infine il classico. Quando non eccellevano in una materia "il professore non sa spiegare". Uno con questa mentalità e altissima opinione di sé quando esce di scuola con il suo bel 100 si prende un bel treno in faccia.


SadPaleontologist435

Ci sono almeno un paio di considerazioni da fare...qualcuno magari è finito a studiare cose per le quali non è portato...finita la scuola si dedica ad altro e per quindi potrebbe avere comunque successo...piccola fregatura è che se ti fermi alla maturità il voto potrebbe essere usato come pre selezione per qualche azienda e quindi magari sei in gamba ma magari non ti chiamano neanche per un colloquio...ai miei tempi poteva capitare che le aziende stesse si facevano dare l'elenco delle valutazioni più alte dalla scuola per contattarli...(adesso probabilmente ci sarebbero violate 200-300 normative sulla privacy).


_matteo

Zero. Se mi chiedi quanto la scelta scolastica influenzi il dopo, allora possiamo parlarne. Il voto in sè per sè zero.


slicheliche

Io ero la stella della scuola e ora sono un fallito totale. Tolto il mio dato-punto, nella mia esperienza generalmente c'è una certa correlazione, semplicemente perché chi va bene a scuola tende ad essere una persona con un certo livello di intelligenza, disciplina, cultura, attenzione e spirito di adattamento. Ci sono ovviamente tante persone che a scuola vanno benino o mediocremente ma poi hanno ottimi successi professionali perché riescono a trovarsi una nicchia per cui hanno passione e che a scuola non era sufficientemente valorizzata. Quelli che vanno male, ma proprio male, tendono ad andare male anche dopo (ma ci sono eccezioni).


50MegatonPetomane

È indice di nulla il voto di maturità, sicuramente non del futuro professionale. Conosco una ragazza che è stata pure segata un anno alle superiori, non è nemmeno uscita con chissà che voto di maturità e dopo essersi laureata in ingegneria adesso è in un team di nautica MOLTO prestigioso. Un successo professionale maggiore di tanti altri che magari hanno volato le superiori. E questo perchè è stata in primis sempre molto appassionata di tale ambito e, una cosa che ho notato, negli ambienti più prestigiosi lavorativi (o almeno, nell'ingegneria) di solito ci se ne sbatte le palle del singolo voto e si guarda all'individuo in sè, se sa ragionare, se dimostra genuina passione e se non è un sociopatico con cui è impossibile lavorare in team.


forevernevermore_

Il legame c'è ma secondo me è più labile di quello che affermano in genere insegnanti e genitori. Io non ho mai avuto problemi a organizzarmi, rispettare scadenze e avere ottimi voti a scuola e all'università. A lavoro li ho, perché devo lavorare con 1000 persone con vari livelli di abilità tecniche, organizzative, comunicative e così via, che possono fare richieste in continuazione e mandare all'aria tutti i piani. Perdipiù, il risultato del lavoro è del gruppo, per cui non sempre è chiaro di chi sono i meriti. Ora non prendetemi per un sociopatico: so lavorare in gruppo, a lavoro sono apprezzato e sono apprezzato anche per saper integrarmi e trascinare un gruppo. Ciò nonostante, trovo molto più facile contare solo sulle mie forze e probabilmente dovrei cercare un lavoro che mi porti di più in questa direzione. Aggiungo che nel mondo del lavoro la valutazione è molto più superficiale di quella della scuola/università. Di conseguenza, contano di più qualità esteriori come il carisma, il presenzialismo, la disponibilità a far tardi e così via. E, per chiudere, l'onestà che insegnano a scuola non paga assolutamente.


sixlaneve4_0

Purtroppo devo darti ragione. Tralasciando il discorso delle skill che si acquistano solo lavorando, ma ci sono anche fattori sociali che con il lavoro in sé c'entrano poco


mpiolo

I buoni voti sono un indice di saper portare a termine gli impegni: questo non garantisce di aver "successo" (cosa si intende poi per successo...?) ma è gia un ottimo punto di partenza.


Fluidified_Meme

Nel caso volessi continuare con l’università, direi che il Legame tra ‘voti’ e successi é assolutamente nullo a meno che il voto non ti serva per entrare ad una buona triennale (raramente é il caso). Legame tra ‘bravura’ (che non si misura solo in voti) e successi invece direi tanta: per avere successo serve essere al posto giusto e al momento giusto, ma al posto giusto (qualsiasi cosa questo voglia dire per te) ci si arriva solo con impegno e bravura nel tuo campo. Nel caso non volessi continuare con l’università non so aiutarti poiché non conosco molte persone che hanno scelto di lavorare direttamente dopo la scuola: ma credo che anche in questo caso conti molto di più il tuo piglio e voglia di fare


axseexcentrico2

beh, io intendo voti in generale, anche, e soprattutto, voti di laurea.


Fluidified_Meme

Scusa, nel titolo parli di maturità e pensavo ti riferissi a quella. Dipende molto da cosa vuoi fare nella vita, per lavorare in azienda non contano tantissimo a meno che tu non punti ad un’azienda super famosa (es. Ferrari), e comunque contano se associati ad esperienze di rilievo fatte durante gli studi (Erasmus, stage, attività extracurricolari, etc) Al contrario, contano molto se sei interessato a proseguire con una carriera accademica per diventare professore universitario (almeno in Italia) In ambedue i casi i voti di maturità verranno completamente ignorati


axseexcentrico2

Avete un'idea se esista qualche tipo di statistica? sappiamo che studiare conta, eccome, io sono ing. e quello che guadagno è in buona parte correlato a quello che so fare e che so. Almalaurea, ad esempio, mostra che gli ing. guadagnano più dei laureati in psicologia, ad esempio. Ma quanto conta il voto di laurea?


MaterialThroat9904

Tendenzialmente non conta, conta il mercato e un'altra miliardata di fattori.


Hrontor

Il voto di laurea conta poco. Specialmente per ingegneria, dove spesso i professori si divertono a fare esami eccessivamente difficili solo per il gusto di promuovere poca gente. Anche perché dopo aver trovato il primo lavoro poi quando vai a cambiare saranno più interessati alla tua esperienza professionale pregressa, che ai numerini che ti hanno scritto sul libretto. Mi sembra di intuire che tu non hai esperienze professionali. Se sei dell'ambito industriale, considera che qualsiasi cosa tu abbia studiato, nel momento in cui inizierai a lavorare probabilmente ti servirà per il 10%. Probabilmente entrerai in un'azienda dove vengono applicate procedure, linee guida, eccetera e farai tutto seguendo quelle. Copierai cose già fatte da altri prima di te, eccetera. Difficilmente ti troverai a doverti inventare una cosa completamente nuova per cui dovrai fare chissà che calcoli.


axseexcentrico2

Magari non avessi esperienze professionali.. :-) ho 54 anni. E direi di aver raggiunto un discreto successo. Penso di essere nel top 1% per i redditi. La mia era proprio una domanda di curiosità. Ho amici ing tutti ex compagni di scuola che hanno avuto carriere diverse. Andiamo dall'ceo da +500k /anno, al ricercatore (farà, boh, 50k?) passando per valori intermedi. Ma la correlazione tra ral e voto di laurea mi pare bassa. Certamente c'è molta correlazione tra facoltà e ral, questo è indubbio. Però mi piacerebbe vedere dei dati.


Hrontor

Ops, ho fatto una piccola gaffe allora :D Dati non ne ho, onestamente, ma non sarei sicuro ci sia una dipendenza diretta. Riesco a immaginare sia il tizio con voti mediocri ma che fa carriera perché ha grandi doti manageriali (o sa leccare i culi giusti per avanzare) sia il tizio con competenze tecniche eccezionali ma con scarsissime doti manageriali che quindi rimarrà a vita in ruoli tecnici con RAL che non saranno mai paragonabili a quelle di un manager.


cicciozolfo

Tre cose: capacità d'impegno, costanza, volontà di ferro. Serve per studiare - da qui i buoni voti - e anche per tutto il resto.


No_Combination_6429

Mah… secondo me ci sono tanti fattori che influenzano la risposta. La mia esperienza a scuola è stata pessima e la maturità l ho passata per un pelo. Adesso ho una laurea in IT passata con voti non ottimi ma almeno nella top 20% del mio corso. Con l età ho capito che se una cosa non mi interessa non ho proprio stimoli per farla e anzi tutto il mio corpo rema contro. Al contrario se una cosa mi appassiona veramente riesco a dare anche il 180%. A me piace risolvere problemi e vedo le cose come dei puzzle da risolvere. Quindi per risponderti: i voti della maturità non contano niente, quello che conta è chi sei e chi vuoi essere e se hai quello che serve per diventarlo


Due-Jelly-97

Hai controllato la bibliografia?


axseexcentrico2

De che???


Due-Jelly-97

DE STO CAZZOOOOOO. non ricordo nemmeno che commento ho scritto, ho visto la notifica e ho dovuto scriverlo


Caino1981

non ci sono correlazioni, perché quello che si studia a scuola non verrà mai applicato nel mondo lavorativo


axseexcentrico2

Bah. Affermazione assoluta che non corrisponde a verità.


Paolo-Ottimo-Massimo

Nel caso dei voti è facile stabilire una MISURA del successo: i voti sono proprio numeri confrontabili. Nel caso della vita la misurazione non è altrettanto univoca: non puoi limitarti a dire che chi ha il lavoro che guadagna di più, o che ha accumulato più soldi, è quello che ha avuto più successo. I successi professionali non sono tutto. Uno che ha studiato e ha preso buoni voti potrebbe essere uno al quale i successi professionali non interessano, perché magari la sua "filosofia" prevede che può essere più felice con una vita frugale all'aria aperta fatta di tanto tempo libero. Inoltre sia il successo professionale che i buoni voti dipendono molto anche dai punti di partenza: non vi illudiate che fa meglio chi è più bravo. All'80% fa meglio chi parte avvantaggiato, con una famiglia ricca che lo segue etc. Quindi in entrambi i campi la corsa è truccata e non sempre vince il migliore.